Strage di Erba, la Cassazione si è pronunciata sulla richiesta degli avvocati: si puntava ad una revisione del processo attraverso nuove prove. I dettagli
Tiene banco, a quasi 14 anni, la Strage di Erba. Olindo Romano e Rosa Bazzi, una coppia – all’apparenza – tranquilla in una sorta di raptus di follia, commisero un omicidio plurimo. Raffaella Castagna, il figlio di quattro anni Youssef Marzouk, la madre Paola Galli e la vicina Valeria Cherubini furono assassinati, mentre riuscì a salvarsi dalla follia omicida dei coniugi Mario Frigerio, solo ferito.
La coppia fu poi arrestata e condannata all’ergastolo in tutti e tre i gradi di giudizio, compreso la Cassazione, e stanno ora scontando la loro pena presso le rispettive Case Circondariali, maschile e femminile. Fabio Schembri e Luisa Bordeaux, i difensori della coppia, avevano fatto istanza per analizzare alcuni reperti.
Questi, nelle indagini degli inquirenti, non erano state presi in considerazione perché non risultati rilevanti. Una richiesta presentata alla Corte d’Assise di Como e già respinta nello scorso mese di febbraio. Da lì il ricorso in Cassazione. Anche l’ultimo organo nonché massimo organo della giustizia italiana, ha respinto la richiesta.
Strage di Erba: l’obiettivo dei coniugi Romano
L’obiettivo dei legali di Olindo Romano e Rosa Bazzi è chiaro; puntare sulla revisione del processo, unico modo per poter uscire dall’ergastolo a cui sono condannati. Gli avvocati puntavano al riesame di un cellulare – marca Motorola – ma anche dei campioni biologici che non erano stati analizzati.
I difensori chiedevano anche una registrazione delle intercettazioni ambientali compiute dopo gli efferati delitti. “La difesa voleva riesaminare il materiale probatorio avuto a disposizione dalle indagini preliminari” spiegava la corte d’Assise di Como. Sembra quindi calare definitivamente la parola fine sul caso che sconvolte l’opinione pubblica per l’efferatezza con la quale fu commesso il delitto.
Olindo Romano e Rosa Bazzi, dunque, resteranno in carcere e non avranno alcuna revisione del processo, come auspicavano i loro legali.