Arrestato il killer che aveva provato a far passare la scomparsa di una donna in morte naturale: dopo quasi sette mesi finisce in manette
Forse credeva di essere salvo ormai, ma dopo sette mesi arriva finalmente l’arresto per l’omicidio commesso ad aprile. A finire in manette è un uomo di 25 anni egiziano di San Giuliano Milanese, anche irregolare in Italia. L’uomo è accusato di omicidio aggravato in seguito alla morte di Stefania, la donna trovata morta il 29 aprile scorso nel suo appartamento in via Lorenteggio. A rivelare prove fondamentali è l’autopsia, che a causa Covid è stata svolta in ritardo. Infatti dall’esame svolto sul corpo della vittima, nonostante non ci fossero segni di violenza, si è capito che la donna era stata asfissiata da un’altra persona. Da lì è partita l’operazione per trovare l’assassino, tradito poi dai messaggi su Whatsapp che lo avrebbero incastrato.
Un’azione della squadra mobile durata quasi sette mesi, che però ha permesso di procedere all’arresto del killer ‘fantasma’. Ad incastrare un egiziano di 25 anni, responsabile della morte di Stefania, donna trovata morta lo scorso 29 aprile nella sua casa di Milano, sarebbero stati i messaggi di Whatsapp. Infatti, attraverso il telefono gli agenti riescono a scoprire che l’uomo aveva incontrato la vittima in un’ora compatibile con quella della morte. Una visita mirata, durata solo una ventina di minuti, il tempo di litigare e soffocarla, per poi andare via senza consumare nessun rapporto sessuale, nonostante la donna fosse una prostituta. A far scattare l’allarme è un amico della donna, in apprensione perché non rispondeva ai messaggi. Così ora l’egiziano irregolare in Italia dovrà rispondere all’accusa di omicidio aggravato e finisce finalmente in manette dopo il lungo periodo di latitanza.