Nella giornata odierna c’è molta attesa per la sentenza definitiva sull’omicidio di Isabella Noventa: cosa c’è da aspettarsi dall’espressione finale della Suprema Corte di Cassazione.
Sono passati quasi 6 anni. Per tanti sembra un’infinità di tempo. Altri, come il fratello Paolo, aspettavano questo momento. Parliamo della sentenza finale sull’omicidio di Isabella Noventa, uccisa dall’ex fidanzato Freddy Sorgato e dalla sorella di quest’ultimo, Deborah. Con la complicità dell’amica degli ultimi due appena citati, Manuela Cacco. Un omicidio che si è consumato nella notta tra il 15 e il 16 gennaio 2015.
Dopo 6 anni, oggi, in via definitiva, la Suprema Corte di Cassazione si esprimerà sul ricorso presentato dagli avvocati di Freddy in relazione alla condanna a 30 anni di carcere, per lui e per la sorella. Mentre alla Cacco ne sono stati assegnati sedici, per averli aiutati nel piano. Ancora una volta, ad intervenire con voce “grossa”, è stato il fratello della vittima, Paolo Noventa: “Le prove sono schiaccianti, la difesa di Freddy sta provando a difendere un qualcosa di veramente indifendibile”.
Paolo Noventa afferma che gli avvocati della difesa cercando di difendere l’indifendibile. Quest’ultimi, infatti, all’interno del ricorso dichiareranno la presenza di un quarto uomo che potrebbe mischiare nuovamente le carte. Un ipotetico quarto uomo che, però, non sembra mai esserci stato e che sarà difficile da provare.
Sembra, quindi, che giustizia per l’omicidio di Isabella Noventa sarà fatta. La segretaria, la notte tra il 15 e il 16 gennaio 2015, venne attirata, con una banale scusa, nella villetta dell’ex fidanzato Freddy Sorgato. Una volta entrata nell’abitazione venne colpita con un martello da Deborah, la sorella di Freddy. Con l’aiuto di Manuela Cacco, amica di entrambi, fecero sparire il corpo per poi mettere in atto una sceneggiata.
Freddy disse di aver riaccompagnato in piazza a Padova la stessa Isabella. Le telecamere di sicurezza, in un primo momento, avevano confermato il fatto, per poi capire che la donna scesa dalla macchina, con lo stesso giubbotto della vittima, altro non era che Manuela Cacco.