Alberto Genovese sempre più al centro della bufera: l’imprenditore nell’interrogatorio tra una mezza ammissione ed una giustificazione che lascia senza parole
Il caso relativo ad Alberto Genovese continua a tenere banco ed a fare scalpore in Italia, dopo la denuncia per violenza sessuale e l’arresto successivo ad esso collegato. L’uomo è finito dietro le sbarre perché, candidamente, aveva spiegato via telefono la sua intenzione di partire per il Sudamerica con l’aereo privato.
E dunque il timore di fuga ha convinto i giudici a sbatterlo in carcere. Una situazione inevitabile per il fondatore milionario di una start up diventata famosissima e poi venduta all’apice. L’opinione pubblica indignata per quanto accaduto. L’uomo, infatti, è stato accusato di violenza sessuale ai danni di una 18enne, perfino drogata e stordita in un festino organizzato in un appartamento milanese.
L’imprenditore, interrogato per quattro ore dalla Procura di Milano, ha continuato con la sua versione, decisamente incredibile e fallace, perfino allucinante. Genovese ha infatti ammesso di soffrire di una dipendenza dagli stupefacenti. Una situazione non gli consente di essere lucido, anzi.
Alberto Genovese, agli inquirenti, ha spiegato come perda completamente il controllo, diventando incapace di distinguere la legalità dall’illegalità, un confine che valica costantemente. Non è la prima volta, infatti, che l’uomo organizzerebbe questo tipo di festini dove accadrebbe di tutto.
Stupefacenti come se piovesse e sesso a volontà, perché lui non è consapevole quando assume droga. “Non sono consapevole” avrebbe detto agli inquirenti, perché non riuscirebbe a rilevare “il disvalore sue azioni”. L’imprenditore, nell’interrogatorio, avrebbe poi commentato con un “se l’ho fatto, non ho fatto una bella cosa“.
Nel pieno della bufera, dopo lo scandalo scoppiato intorno a Genovese, anche Belen Rodriguez ha ammesso di aver partecipato ad una delle tantissime feste organizzate nell’appartamento in pieno centro. Di certo l’imprenditore rischierà grosso al processo, perché tanti e gravi i capi d’imputazione a suo carico.