Padre Livio Fanzaga, direttore di Radio Maria, finisce di nuovo al centro di una bufera di polemiche per alcune affermazioni sul Covid.
La seconda ondata di coronavirus sta imperversando in tutta Europa già da alcune settimane, portando molti paesi ad imporre regole stringenti per contenere i contagi. Tutta la comunità scientifica adesso è al lavoro per cercare cure efficaci ed un vaccino contro il nuovo coronavirus. C’è però anche chi sostiene che dietro alla prima pandemia dopo oltre 100 anni ci sia un vero e proprio complotto.
Tra questi da oggi rientra anche il direttore di Radio Maria, padre Livio Fanzaga, che ha dato la sua personale spiegazione dell’epidemia di Covid. Durante la rubrica “Lettura cristiana della storia e della cronaca” infatti il sacerdote si è scagliato contro la Cina e le élites mondiali. Ha infatti sostenuto che la Cina avrebbe creato il virus Sars-CoV-2 come arma batteriologica. La creazione di questo genere di armi è vietata dalla Convenzione per le armi biologiche del 1972, che la Cina però non ha mai ratificato nonostante l’adesione.
L’obiettivo, secondo don Fanzaga, sarebbe quello di stremare l’umanità per poi instaurare una vera dittatura sanitaria e tecnologica. Il risultato sarebbe la creazione di un mondo guidato da Satana e non più da Dio, come spiegato dal sacerdote: l’elezione di Joe Biden a presidente degli USA sarebbe un ulteriore passo in questa direzione.
La teoria complottistica di padre Livio Fanzaga, direttore di Radio Maria, ha fatto scalpore anche negli ambienti del Vaticano. La curia romana infatti ha sempre preso con grande serietà l’emergenza sanitaria: Papa Francesco in più occasioni ha sostenuto l’operato dei governi per combattere il virus. In occasione della quarta Giornata mondiale dei poveri il Vaticano ha voluto fare un gesto concreto, allestendo un ambulatorio che fa tamponi e vaccino antinfluenzale gratuitamente.
L’iniziativa, studiata da monsignor Rino Fisichella, ha sostituito il consueto pranzo nell’Aula Paolo VI a cui il Papa partecipava assieme a 1.500 poveri romani. Oltre a questo la curia ha finanziato la distribuzione di oltre 5mila pacchi alimentari, destinati alle famiglie bisognose di oltre 60 parrocchie romane.