Tragica fine per Gaia, investita in quel di Genova da una macchina che sopraggiungeva ad alta velocità: per la 16enne non c’è stato più nulla da fare. Spunta anche un quarto passeggero.
Guidare una macchina non è mai un gioco. Non è come stare un videogame. È questa la prima regola che dovremmo insegnare, oggigiorno più di ogni altra cosa, ai nostri ragazzi neopatentati. Altrimenti si rischia di ascoltare, sempre, tristi vicende come quella di seguito raccontata.
Gaia Morassutti è morta a Genova. Una delle quattro ragazze investite, da un’auto pirata che sopraggiungeva ad alta velocità sulle alture di Quezzi, è deceduta al centro grandi ustionati della dell’ospedale Villa Scassi. Le sue condizioni era peggiorate nelle ultime ore, nonostante la ragazza, appena 16enne, combattesse con tutte le forze che le erano rimaste in corpo. Una lotta per rimanere aggrappata alla vita. E per continuare a sperare in un futuro che si è spento, di getto, per colpa di chi si divertiva a fare il gradasso a bordo di una macchina.
La 16enne investita senza prestare soccorso: a bordo della macchina una quarta persona
Alla guida dell’auto pirata Luca Bottaro, che dice aver pianto tutta la notte dopo l’incidente. Poco importa però. Non per essere giustizialisti e non “capire” un ragazzo di 23 anni. Ma ciò che è mancati è il soccorso. Lui e un altro suo amico pensavano solo a come disincastrare la macchina e fuggire via. Cosa che sono riusciti a fare, per poi essere rintracciati dalla polizia. Ora, insieme a un’altra ragazza a bordo, sono indagati per omissione di soccorso.
Non solo loro tre. Dalle ultime indagini è spuntato una quarta persona. Un ragazzo di 20 anni, che in un primo momento, forse, avevano cercato di “salvaguardare”. La polizia si è messa sulle sue tracce e lo ha rintracciato nelle ultime ore. Ora entra anche lui nel registro degli indagati. Mentre per Gaia, purtroppo, la vita si è spenta prima del dovuto.