Razzo illuminante nella salta d’attesa dell’ospedale: un gesto intimidatorio che crea il caos nel nosocomio. Indaga l’antiterrorismo
Un razzo illuminante è stato trovato in ospedale. Un vero e proprio atto intimidatorio nei confronti del nosocomio già gravemente colpito dall’emergenza Covid. La Polizia di Stato sta indagando proprio su questo filone, conscia di come si trattasse solo di un gesto dimostrativo.
Il dispositivo, infatti, non avrebbe mai potuto detonare perché privo di inneschi. A ritrovarlo sarebbe stata un’infermiera che l’aveva notato sotto due sedie, attaccato con del nastro adesivo. E’ accaduto all’ospedale Niguarda di Milano.
La procura della città meneghina, sezione antiterrorismo, ha già aperto un’inchiesta, con le indagini affidate alla Digos. Al momento tutte le piste sono scandagliate, anche perché nessuna rivendicazioni è stata ritrovata. La zona è pure stata evacuata prima che tornasse tutto alla normalità.
E gli inquirenti stanno anche vagliando i filmati delle telecamere all’interno del reparto, quelle limitrofe, anche perché la sala d’attesa ne è sprovvista. Si indaga sui pazienti, considerato come il ritrovamento sia avvenuto in una sala interna dell’ospedale, accessibile solo dal personale sanitario e, appunto, dai degenti nel reparto.
Razzo illuminante al Niguarda: l’ospedale lotta contro il Covid
Tanta, tantissima paura da parte di tutto il personale medico del reparto di Radiologia, quello interessato dal ritrovamento dell’oggetto. Il sistema, come detto, è già allo stremo delle forze per fronteggiare la seconda ondata di Covid che sta mettendo a dura prova la Lombardia.
La Regione, infatti, è ancora una volta la più colpita d’Italia e gli ospedali sono nuovamente sotto stress in questo periodo particolare; ed al momento non si vedono benefici dalla collocazione dell’intera area come “zona rossa“. Intanto all’ospedale militare del capoluogo lombardo è attiva la campagna di vaccinazione.
E’ contro l’influenza stagionale e sarà somministrato prima ai più bisognosi; è stato istituito un numero verde a cui bisogna prenotarsi e la capacità di somministrazione è di 600 vaccini al giorno. Ai medici, naturalmente, si affianca il personale dell’Esercito in appoggio.
