L’ex commissario, Saverio Cotticelli attacca il governo sul sollevamento dall’incarico professionale regionale: chi era davvero il responsabile della sanità calabrese
Parole al “vetriolo” quelle utilizzate dall’ex Commissario della Sanità calabrese, Saverio Cotticelli, di recente sollevato dall’incarico per volere e disposizioni del governo Conte. L’ex responsabile sanitario della regione del Sud Italia ha “vuotato” il sacco durante un’intervista, giustificando la ragione di questa scelta con un valido motivo.
Il Direttore sanitario calabrese ci và giù in maniera davvero pesante, puntando il dito nei riguardi del sistema sociale che vige in quella realtà. In particolare si tratta di un contesto di sudditanza psicologica, il discorso intavolato dall’ex politico, diviso tra ricchezza e povertà.
“E’ proprio nel mezzo di queste due fazioni che esistono associazioni segrete, in “barba” ai loro interessi economici”. Non a caso il suo licenziamento era già in programma da sei mesi, scattato proprio nel momento in cui era in dirittura d’arrivo il piano per la realizzazione di un secondo progetto anti Covid, ben architettato
Non è passato inosservato alla stampa, lo stato d’animo sconcertante dell’ex commissario Cotticelli, durante la presentazione di quel progetto. A tal proposito, il politico ha fatto sapere di aver iniziato ad indagare a fondo sulla lucidità mentale durante l’esposizione, perchè “secondo me mi hanno drogato…”
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L’ex Commissario della Sanità della Regione Calabria, Saverio Cotticelli afferma dunque di essere stato ingannato e incastrato dal governo Conte, reo di averlo incaricato a redigere il piano anti Covid, senza preavviso.
La sua candidatura era frutto della nomina dell’ex Ministro Dell’Economia e delle Finanze, Giovanni Tria, del primo mandato Conte. Le sue radici però hanno ben poco a che fare con la Calabria. Cotticelli infatti è originario di Castellammare di Stabia, in provincia di Napoli e dunque campano di nascita.
Prima di ricoprire il prestigioso mandato regionale era un “Generale” dei Carabinieri, pensionato. La sua fama si estendeva un pò su tutto il territorio nazionale, nelle vesti di comandante del Nucleo Operativo di Piemonte, Valle D’Aosta e Lazio. Insignito di diverse medaglie al valor militare, l’apice della sua carriera è arrivato nel 2012, quando assunse la Presidenza, in qualità di Cocer interforze.
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Il coronamento di una professione altamente dignitosa e ligia alla legge e al rispetto dei diritti dell’uomo sul territorio è arrivato proprio con la nomina di Commissario Regionale, a detta sua di passaggio, quasi per volere di una “miserabile” massoneria, che oscilla tra il bene e il male