A due giorni dalla scomparsa di Stefano D’Orazio il suo ex compagno di band Red Canzian racconta un aneddoto: “Lo hanno arrestato, sul palco in tre”.
La notizia della morte di Stefano D’Orazio, lo storico batterista dei Pooh, è arrivata nella tarda notte di venerdì e ha colto di sorpresa tutto il mondo della musica, ma non solo. In pochi sapevano del ricovero del musicista, finito in ospedale da qualche giorno ma apparentemente in ripresa. Pareva infatti, lo stesso giorno della sua morte, che le sue condizioni fossero leggermente migliorate; poi verso mezzanotte la notizia del decesso.
Stefano D’Orazio, che aveva già delle patologie pregresse, si era anche ammalato di Covid e questo gli è stato fatale. A dare la notizia della sua morte uno degli amici più stretti, poi la conferma da parte della famiglia e degli altri ex membri dei Pooh, compagni con i quali ha scritto decenni di storia della musica italiana. E proprio uno di loro, Red Canzian, ricorda un aneddoto che riguarda D’Orazio e che svela la personalità dell’ex batterista.
Stefano D’Orazio, arrestato e in carcere invece che sul palco
Red Canzian ricorda un fatto avvenuto anni fa a Trieste, città nella quale i Pooh avrebbero tenuto un concerto. Poco prima dell’esibizione però D’Orazio, per prendere le difese di una donna insultata da un automobilista (stava attraversando troppo lentamente le strisce pedonali) insultò l’uomo stesso, che però si rivelò essere un carabiniere.
Ecco quindi che D’Orazio venne portato in centrale e fu costretto a passare la notte in carcere, mentre il resto dalla band si ritrovò a suonare sul palco senza il batterista. Un concerto tenuto in tre, con il quarto membro che dalla sua cella attendeva di essere liberato. “Era una persona precisa, trasparente sensibile. Il contrario dello stereotipo sui romani, era preciso, puntuale” ricorda Red Canzian.
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