Il Covid-19 presenta un quadro in rapido peggioramento in Italia. Nell’ultimo DPCM, Giuseppe Conte ha diviso il Paese in zone gialle, arancioni e rosse. Scopriamo i criteri per stabilirle e quali regioni sono a rischio
I casi di nuovo Coronavirus in Italia sono aumentati in maniera significativa nelle ultime settimane, portando a decisioni pesanti da parte del Governo, guidato da Giuseppe Conte. Nel corso della conferenza stampa di questa e soprattutto nel nuovo DPCM, il Presidente del Consiglio ha tracciato un nuovo quadro dell’Italia. Tramite diverse rilevazioni settimanali o addirittura mensili è stato possibile determinare degli indici di rischio. Ha senso, dunque, dividere l’intero territorio nazionale in differenti fasce e proporzionare i provvedimenti adottati con la zona assegnata a quella specifica regione. In particolare, la zona rossa rappresenta quella a maggiore rischio. Quella parte dell’Italia in cui si è determinato lo scenario 4, che indica la fase in cui la pandemia corre incontrollata e bisogna ricorrere a un lockdown locale. Attualmente in questa fascia rientrano Lombardia, Piemonte, Calabria e Valle D’Aosta.
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Uno degli argomenti più caldi degli ultimi giorni è stato, quindi, determinare quali dovessero essere le zone rosse nel nostro Paese. Il primo parametro da valutare è sicuramente l’indice Rt che determina il livello di contagio, ma che bisogna analizzare settimanalmente per estrapolarne il trend regionale. Allo stesso modo, grande importanza è rivestita dai posti in terapia intensiva occupati in quel territorio. Laddove la saturazione fosse imminente è richiesto un inasprimento immediato delle restrizioni per evitare il collasso del sistema sanitario. Allo stesso modo, bisognerà valutare il numero di asintomatici e di positivi. Grande importanza rivestono anche i confronti da Governo e regione. Dal punto di vista strettamente epidemiologico, sarà essenziale valutare la percentuale di positivi e il numero di focolai attivi. Tramite quest’ultimo parametro, infatti, si potrà stabilire l’espansione della pandemia e la sua corsa in una regione.
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I report settimanali dell’Rt sono i primi che potremmo valutare per stabilire un rischio del genere. Sicuramente Puglia e Sicilia sia per l’indice registrato nel recente passato (1,65 addirittura nella prima) sia per l’alto numero di focolai attivi potrebbero passare da zona arancione a rossa. Allo stesso modo, anche l’Emilia-Romagna potrebbe essere ad alto rischio. Negli scorsi giorni, infatti, è stata una delle regioni inserite nello scenario 4 e con un Rt di 1,63.