L’attore Pierfrancesco Favino ha commemorato l’addio a Gigi Proietti con una poesia strappalacrime scritta in lingua romanesca
L’addio al grandissimo attore teatrale e del cinema italiano, Gigi Proietti a quest’ora ha un valore ancora più commovente del solito. Nella notte ci ha lasciato uno dei più grandi interpreti del mondo dello spettacolo, celebre per le sue battute e aforismi “toccanti” al pubblico.
Il regista comico e cabarettista era un artista a “tutto tondo”. Sapeva incantare e intrattenere l’ilarità degli appassionati attraverso barzellette, passate alla storia, come l’inedito “18..18..18”. E anche poche ore prima della sua scomparsa aveva lanciato un appello simpatico al popolo, smorzando la tensione del problema cardiaco che lo affligeva ormai da oltre quindici giorni.
Nessuno tra gli attori protagonisti dello spettacolo del Belpaese lo ricorda come un personaggio triste e pieno di pregiudizi. D’altronde la semplicità e l’eleganza del pour parler erano le “ricette” preferite dal cosiddetto “Cavaliere Nero”, ricoverato d’urgenza al pronto soccorso dallo scorso 17 Ottobre.
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Una lirica indimenticabile per il “Mandrake” romano: “Salutace San Pietro…”
Anche l’ironia risuonava forte alle orecchie degli amanti del suo stile di presentazione, mai banale e sempre stracolmo di buongusto. Per questo motivo Gigi Proietti è stato un personaggio eternamente innamorato della vita, quanto ai fans, coinvolti fino al suo ultimo respiro, complici nell’incoraggiare il cabarettista a “non mollare la presa”.
La scomparsa di Gigi Proietti è caduta nel giorno del compimento del suo 80esimo anno di età e qualcuno tra i suoi colleghi, attori e showman del panorama artistico dello spettacolo non si è tirato indietro nel ricordare le sue “gesta”.
Tra questi spicca il nome dell’attore Pierfrancesco Favino, autore di una meravigliosa poesia, dedicata all’artista e scritta in lingua romanesca, proprio come era solito esprimersi.
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Di seguito alcuni versi commoventi e retorici in onore del “Mandrake” romano: “‘Però ‘n se fa così, tutto de botto Svejasse e nun trovatte, esse de colpo a lutto….. ”Te se guardava Gi’, te se guardava e basta come se guarda er cielo, senza vole’ risposta. All’angeli là sopra faje fa du risate, ai cherubini imparaje che so’ le stornellate, Salutece San Pietro, stavolta quello vero, tanto gia’ ce lo sanno chi è er Cavaliere Nero”