Ha sposato un uomo in punto di morte: ora il prete rischia grosso

Succede a Genova: un prete del quartiere di Boccadasse rischia 16 mesi di carcere per aver sposato un uomo in punto di morte.

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Prete nei guai: ha sposato un uomo in punto di morte (Pixabay)

16 mesi di carcere per aver celebrato un matrimonio: sembra una storia da romanzo giallo, ma è quello che potrebbe succedere a Don Pietro Franco, parroco genovese. Il prete, titolare della parrocchia del quartiere marittimo di Boccadasse, è finito infatti nel mirino della Procura di Genova per alcuni fatti risalenti al 2017. In quell’anno infatti don Franco ha celebrato il matrimonio di Carlo Gian Battista Bianchi Albrigi, 93 anni, e Gabriella Radaelli, 72.

Secondo il magistrato però questo matrimonio sarebbe illegale. L’uomo infatti era in punto di morte: la sua eredità milionaria potrebbe aver fatto gola alla compagna, che avrebbe architettato il piano. Secondo il figlio, che ha denunciato la presunta truffa e impugnato il testamento, il prete avrebbe celebrato le nozze di notte in modo furtivo. Il giudice ha quindi disposto il rinvio a giudizio per il prete, che rischia un anno e 4 mesi di prigione. La Radaelli invece potrebbe ricevere una condanna fino a 4 anni di carcere: rinviati a giudizio anche la figlia e il marito della giovane.

Prete nei guai per aver sposato un uomo in punto di morte: cosa dice la legge.

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Matrimonio, cosa dice la legge (Pixabay)

La vicenda che coinvolge un prete genovese che rischia il carcere per aver celebrato di nascosto un matrimonio accende i riflettori sulla burocrazia di un momento così speciale. Il matrimonio infatti, oltre che un momento dal fortissimo valore simbolico, è anche un contratto giuridico a tutti gli effetti. Perché sia valido, quindi, bisogna rispettare una serie di norme.

Il matrimonio e l’unione civile in Italia seguono delle regole abbastanza simili. Per entrambi gli istituti infatti è obbligatoria la pubblicazione dell’avviso nel Comune di residenza dei coniugi. L’avviso di pubblicazione deve rimanere affisso per almeno 8 giorni, di cui due domeniche, altrimenti il matrimonio non sarà valido. Non bisogna però neanche fare l’errore inverso e pubblicarlo con troppo anticipo: la pubblicazione vale “solo” 180 giorni, circa 6 mesi.

Generalmente solo i maggiorenni possono sposarsi: in casi eccezionali il giudice può decidere di autorizzare le nozze anche per chi ha compiuto 16 anni. In questo caso però le nozze sono valide solo se i genitori o il tutore legale sono d’accordo.

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