Aumento preoccupante dei casi di Covid19. E’ scontro tra il commissario per l’emergenza Covid Domenico Arcuri e le Regioni
I casi di Covid19 continuano a salire in maniera sembrerebbe inarrestabile. In meno di un mese si è passati dal registrare 3.677 i primi di ottobre fino ad arrivare a ieri con 24.988 positivi. Le misure che si stanno attuando a partire dall’ultimo DPCM sembrano non essere in grado di arrestare questo terribile fenomeno, sarà necessario quindi fare un maggiore sforzo.
Per farlo serve l’aiuto del singolo, è indispensabile che ogni persona faccia un sacrificio come già avvenuto precedentemente ed esca di casa il meno possibile. Secondo statistiche già effettuate nella prima ondata di Coronavirus, la maggior parte dei contagi avviene in famiglia, ma è pur sempre vero che qualcuno in casa il virus deve portarlo.
Le parole del commissario per l’emergenza Covid Domenico Arcuri sono chiare e decise. Deve essere fatto un maggior sforzo per frenare questa nuova ondata, ma non perché c’è un’emergenza nelle terapie intensive, bensì perché gli ospedali stanno per cedere.
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A spaventare maggiormente nella prima ondata di contagi in Italia era il numero delle terapie intensive. A dare contro ad Arcuri sono le Regioni che lamentano i ritardi per quanto riguarda gli allestimenti degli ospedali e per approntare le terapie intensive.
La risposta del commissario è che le Regioni potevano cominciare a provvedere all’allestimento e sarebbero poi state rimborsate come previsto dal decreto. Tuttavia sono pronti 1.849 ventilatori che possono essere distribuiti. Ma non solo. All’inizio della pandemia i posti in terapia intensiva erano 5.179 mentre oggi, con l’aggiunta dei ventilatori, si arriva a 10.337 posti letto. Attualmente l’emergenza da affrontare è quella degli ospedali che oltre ai pazienti Covid, devono far fronte anche a tutti gli altri pazienti con altrettante emergenze.
Arcuri si è rivolto quindi a medici e pediatri per ottenere un ulteriore aiuto chiedendo loro di curare il maggior numero di persone possibile a casa attraverso delle adeguate misure. L’obiettivo attuale è quello di portare a 200mila i tamponi da poter effettuare in 24h e da lunedì, invece, partiranno 100mila test molecolari rapidi. Questo significa che potranno essere controllati circa 300mila italiani.
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