L’emergenza Covid-19 è nel pieno della seconda ondata. Mentre lo Stato è totalmente concentrato sulla lotta al virus, c’è chi cerca di lucrare con il costo dei tamponi. Pronta la reazione delle autorità
Il Coronavirus sta mettendo a dura prova l’Italia e il mondo intero. Dopo gli ultimi dati sui contagi, l’allerta è massima per cercare di contenere la diffusione del virus nel nostro Paese. In particolare, la situazione è molto seria in Lombardia e in Campania, dove il numero di nuovi positivi richiede sempre più la massima attenzione del Governo. L’ultimo DPCM e la decisione di stabilire il coprifuoco con la conseguente chiusura delle attività ha causato diversi disordini in diverse città. Le manifestazioni, prima pacifiche e spesso degenerate, sono partite da Napoli per poi sbarcare in città quali Torino, Milano e Palermo. Insomma, la situazione è sempre più allarmante e non solo dal punto di vista sanitario. Una brutta storia, soprattutto in un contesto del genere, arriva dal Lazio. Alcuni laboratori privati, autorizzati a effettuare tamponi rapidi non rispettano la tariffa calmierata di 22 euro. Molti hanno alzato a dismisura, addirittura raddoppiando o triplicando questa cifra. Alcuni obbligavano addirittura ad aggiungere una batteria di analisi oltre al tampone.
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Costo fisso per i tamponi: segnalazione e provvedimenti nel Lazio
In un contesto decisamente drammatico come quello attuale, lucrare sui tamponi è riprovevole. Per questo la Regione Lazio ha segnalato quanto accaduto ai carabinieri del Nas, come riporta Fanpage. In tutto il Lazio sono circa 130 i laboratori privati autorizzati a effettuare i tamponi. Dopo quanto accaduto l’ambulatorio Analisi Cliniche Luisa di via Padova a Roma ha visto la revoca dell’autorizzazione a effettuare tamponi. Una giusta conseguenza, dato che non ha rispettato gli accordi precedentemente presi con le associazioni.
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