Il nuovo Dpcm anti Covid-19 è stato emanato dal premier Conte. Gli esperti già concordi sull’indicarlo come estremo tentativo prima del lockdown
E’ stato emanato ieri il nuovo Dpcm anti Covid-19 che emana nuove restrizioni per i cittadini italiani. Nuove chiusure, nuove serrate e soprattutto limitazioni per bar e ristoranti e coprifuoco alle 21. l’obiettivo dell’esecutivo è provare a limitare la curva dei contagiati e rallentare la propagazione del virus in Italia.
L’epidemia, d’altronde, “è fuori controllo” come spiegato il direttore scientifico della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali Massimo Andreoni. Il Dpcm del governo può quindi solo rallentare la pandemia, ma di certo non bloccarla.
La situazione negli ospedali, d’altronde, è quasi ai livelli di guardia. I nosocomi sono in affanno, i posti si stanno esaurendo ed i primi malati stanno affluendo anche agli ospedali da campo chiusi ormai dallo scorso giugno. “E’ in crescita il trend” ha spiegato Andreoni mettendo in evidenza la criticità della situazione.
Il picco infatti è ancora ben lontano dall’essere raggiunto; il rischio è quello di “raggiungere” i numeri di Spagna e Francia e, con essi, l’allarme rosso per gli ospedali, proprio come nello scorso marzo. Andreoni, senza mezzi termini, ha spiegato come al momento siamo necessarie misure più drastiche.
Covid-19, situazione negli ospedali gravissima
E’ gravissima la situazione negli ospedali, come ha ammesso il segretario dell’Anaao-Assomed, uno dei sindacati più importanti dei medici. Secondo Carlo Palermo i pronto soccorso sono più che intasati ed in 15 giorni si potranno riempire tutte le terapie intensive del Paese.
Una situazione davvero drammatica quella progettata da Palermo che spiega come le sub-intensive siano già in grandi difficoltà. E lancia poi l’allarme, svelando come queste restrizioni potrebbe non essere sufficienti. Il rischio sempre più concreto è quello di una necessità di lockdown totale, proprio come accadde lo scorso mese di marzo.
E’ l’ultima spiaggia, l’ultimo disperato tentativo da parte dell’esecutivo di evitare la serrata totale è l’osservazione di Filippo Anelli, il presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici. Anelli, tra l’altro, indica anche un limite temporale entro il quale non andare: 15 giorni.
Tra due settimane, insomma, Conte potrebbe essere costretto a chiudere l’Italia.