Lo stupro di Matera continua a tenere banco ad oltre un mese dai fatti. Le nuove intercettazioni fanno rabbrividire
Lo stupro di Matera accaduto lo scorso settembre ai danni di due ragazzine inglesi ha scosso tutta la Basilicata. Un crimine efferato e brutale, con un branco di sette ragazzini di Pisticci, in provincia di Matera, che ha abusato delle due ragazzine.
Un crimine con “modalità subdole” ha spiegato il magistrato, spiegando come i ragazzini abbiano fatto assumere alle ragazzine sostanze stupefacenti ed alcoliche con lo scopo di renderle inoffensive. La violenza sessuale si sarebbe poi consumata in un luogo appartato della villa.
A distanza di oltre un mese emergono dettagli inquietanti e sconvolgenti circa le intercettazioni. I sette, interrogati dai carabinieri della compagnia locale, hanno provato a mettersi d’accordo, con l’obiettivo di presentare agli inquirenti una sola versione dei fatti, che potesse coincidere.
Divisi in due stanze, uno dei ragazzini ha addirittura “salutato” il sensore antifumo, pensando fosse una telecamera che stesse registrando l’interrogatorio. L’obiettivo degli aguzzini è dimostrare come le ragazzine fossero consezienti. Ed iniziano a “studiare” la linea di difesa.
“Non abbiamo fatto nulla” le parole di Giuseppe Gargano, uno degli indagati, al pari di Alberto Lopatriello, entrambi nella stessa stanza. In un’altra sala Michele Leoni ed Egidio Antonio Andriulli, entrambi 22enni ed il 21enne Rocco Lionetti. “Loro si sono abbassate i pantaloni” ha poi continuato il ragazzo.
“Bisogna dire che erano consezienti” continua il ragazzo che, non contento, insulta anche le due 15enni inglesi. “Si vede che l’abbraccio, lei non fa resistenza” continua nel dialogo Giuseppe Gargano che tenta di convincere anche il suo amico nel continuare con quella versione.
La “programmazione” della versione dei fatti però si rivela anche un clamoroso autogol. Il magistrato Angelo Onorati per le indagini preliminari ha infatti evidenziato come il voler trovare una versione in comune non fa altro che confermare la presenza dei sette sul luogo della violenza.
Situazione ancora più incisiva è l’aver ammesso di aver avuto rapporti sessuali con le due minorenni, già di per sé un reato penale al di là della violenza sessuale vera e propria. E per il gip Onorati si tratterebbe di un piano ben delineato che sarebbe replicabile con altre vittime.