Oggi scattano le misure di coprifuoco in tre regioni d’Italia, ma potrebbe non bastare: per gli esperti alcune città rischiano un nuovo lockdown.
La nuova ondata della pandemia di coronavirus che sta sconvolgendo il mondo potrebbe riportarci a dei lockdown localizzati. Questa è l’ipotesi di Walter Ricciardi, consigliere del Ministero della Salute attivo nel contrasto della pandemia sin dall’inizio. Al momento l’ipotesi di un blocco generalizzato del Paese sembra davvero lontana: le conseguenze economiche infatti sarebbero davvero troppo pesanti per un’economia già in crisi.
Al momento le città sotto stretta sorveglianza sono Napoli, Roma e Milano. In queste tre metropoli infatti la situazione dei contagi sembra essere già fuori controllo, e per gli esperti test a tappeto e tracciamento dei contatti non bastano più. Anche Genova finisce nel mirino come sorvegliata speciale, anche se il governatore della Liguria Giovanni Toti al momento esclude un vero e proprio blocco.
Nuovo lockdown in alcune città, quali sono i fattori da controllare
I due fattori più rilevanti per capire se far scattare le misure di chiusura delle attività sono due. Il primo è l’indice RT, cioè l’indice di contagio per ogni persona positiva. Al momento l’indice nazionale è 1.5, ma a Milano l’indice attuale è di 2.35: secondo Antonio Giampiero Russo, responsabile dell’azienda sanitaria meneghina, un lockdown di due settimane sembra inevitabile.
Il secondo dato da controllare è la pressione che la pandemia sta causando sui reparti di terapia intensiva. Palazzo Chigi potrebbe aver già fissato la soglia di guardia a 2.300 pazienti ricoverati: superata questa cifra sembra automatica la partenza di lockdown localizzati. Il timore degli esperti è che il sistema sanitario arrivi al collasso prima dell’arrivo delle vaccinazioni.
#coronavirus, l’analisi del ‘Corriere della Sera’: nuovo lockdown possibile a 2300 posti occupati in terapia intensivahttps://t.co/BhPLfCrDmQ
— calciomercato.it (@calciomercatoit) October 22, 2020
Nel frattempo in tutto il paese le aziende sanitarie stanno rimettendo in funzione reparti e ospedali nati durante la prima fase dell’emergenza sanitaria. A Bergamo, per esempio, l’ospedale nato nella zona della Fiera sta ripartendo in questi giorni con 35 posti letto: una volta a regime i pazienti ospitabili saranno 142. A Genova, invece, Alisa (la società che gestisce la sanità per conto della Regione) sta riattivando i due ospedali dei quartieri di Sestri Ponente e Voltri come ospedali dedicati all’emergenza Covid.