Napoli, la città blindata per il Covid: scenario di guerra – FOTO

De Luca ci è andato nuovamente duro con la nuova stretta sulle norme anti Covid. La Campania segue l’esempio della Lombardia e tra Napoli e Arzano arrivano i militari.

Vincenzo De Luca
Vincenzo De Luca (Getty Images)

De Luca ha deciso di seguire l’esempio della Lombardia e ieri ha annunciato che, a partire da venerdì sera, le attività dovranno chiudere dalle ore 23 fino alle 5 di mattina. Il governatore della Campania istituisce così il “coprifuoco” per far si che si evitino assembramenti serali, in particolar modo durante i weekend. La curva dei contagi che è tornata a crescere non lascia tranquilli e sia la Lombardia che la Campania, due tra le regioni più colpite, hanno optato per questa decisa stretta.

Saranno quindi massimizzati anche i controlli, con multe salate che spetteranno a chi infrangerà i nuovi protocolli. Nel bel mezzo della seconda ondata Conte ha dichiarato di voler escludere un nuovo lockdown generalizzato, pur non scartando l’ipotesi di mini lockdown localizzati lì nelle zone maggiormente a rischio. 

In tutto ciò in Campania, al confine tra Napoli e Arzano, sono stati schierati i militari. Ma perché?

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Covid – Militari al confine con Napoli: cosa è successo?

milano borseggiatore pugno
(Fonte Facebook)

Arzano, un paese alle porte di Napoli, è stato dichiarato zona rossa. Il provvedimento a seguito di oltre 300 contagi che si sono registrati nel comune campano: per questo sono stati istituiti posti di blocco, tanto che nessuno potrà entrare o uscire dal paese (come successe a Codogno durante la prima ondata). A dichiarare zona rossa Arzano è stato lo stesso presidente De Luca tramite una nota diramata ieri dalla Regione Campania: “Per i dati epidemiolgici provenienti dall’area metropolitana di Napoli e in relazione al Comune di Arzano, sarà disposta l’istituzione della zona rossa nello stesso Comune di Arzano“.

napoli suicida 11 anni
(Getty Images)

Ecco quindi che al confine con Napoli si sono già attivati i posti di blocco con varie camionette dell’esercito e i soldati disposti alla sorveglianza della zona. Tra i pochi che possono transitare ci sono gli operatori sanitari e socio-sanitari e il personale impegnato nei controlli e nell’assistenza alle attività relative all’emergenza.

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