Un uomo di 42 anni tetraplegico ha chiesto di poter accedere al suicidio assistito: arriva la bocciatura con la conseguente protesta
Continua a far discutere la legge sull’eutanasia ed il suicidio assistito. Un uomo di 42 anni, tetraplegico da anni a causa di un gravissimo incidente, ha chiesto di poter procedere al suicidio assistito. La sua richiesta però, una volta arrivata all’ASL di riferimento è stata bocciata, scatenando la reazione dell’Associazione Luca Coscioni. Infatti, l’associazione che si occupa del caso si sarebbe detta pronta a passare per vie legali. Si riapre così il dibattito sulla legalizzazione del suicidio assistito, visto che nonostante la sentenza della corte Costituzionale riguardante il caso dj Fabo, la legge ancora non abbia permesso tale procedura.
Un tragico incidente lo ha portato ad essere immobile su un letto, impossibilitato a parlare e muoversi, con la colonna vertebrale fratturata. Questo il tragico destino di un uomo di 42 anni, che dopo anni di sofferenze ha chiesto di procedere con il suicidio assistito. Il rifiuto dell’Asl locale però, ha scatenato la reazione dell’Associazione Luca Coscioni, pronta ad andare per vie legali. Il segretario nazionale dell’Associazione, Filomena Gallo, afferma che accettando le disposizioni anticipate di trattamento dell’ospedale, arriverebbe a morire soffrendo. Inoltre, sottolinea come la battaglia per la legalizzazione dell’agevolazione al suicidio, sollecitando di nuovo il Parlamento ad intervenire. Infine, la Gallo afferma che l’Asl andrebbe contro quanto stabilito dalla Corte Costituzionale nel caso Dj Fabo. In queste situazioni dunque si chiede l’intervento della politica e dei giudici, su una legge che in molti continuano a richiedere. Vedremo se l’uomo che effettua la richiesta di potersene andare deliberatamente senza soffrire, sarà accettata o meno. Sicuramente nelle prossime settimane arriverà una decisione. Ma in un modo o nell’altro si discuterà ancora.