Gabriel Feroleto ammazzato perché piangeva troppo: il racconto da brividi al processo da parte della madre assassina
L’omicidio del piccolo Gabriel Feroleto avvenuto lo scorso 17 aprile 2019 in provincia di Frosinone ha commosso l’Italia intera, soprattutto per la vicenda che poi ricostruita dalle forze dell’ordine. Ad oltre un anno dalla morte del bambino, è stata ascoltata Donatella Di Bona, la madre reo confessa.
Al Tribunale di Cassino si è tenuto l’interrogatorio della mamma del piccolo Feroleto, due anni e mezzo, davanti ai pm Valentina Maisto e Roberto Bulgarini della Corte d’Assise. Un racconto raccapricciante quello della donna, che ha raccontato nei minimi particolari come ha ammazzato il figlio.
La donna ha scelto il rito abbreviato per il processo, e questo le garantirà anche uno sconto di pena. Eppure, al momento dei ritrovamento del corpo, lei cercò di sviare le indagini, spiegando agli inquirenti come il figlio fosse stato investito. Invece la storia era tutt’altra, e l’ha spiattellata quasi senza alcun rimorso.
L’ammissione di averlo ucciso prima di tutto, strangolato, con il piccolino che ha tentato di difendersi, invano. Il racconto del movente è però agghiacciante, allucinante davvero.
A briglie sciolte Donatella Di Bona, nell’aula dov’era presente anche Nicola, il marito nonché padre del bambino, è entrata nel dettaglio dell’orrore. Innanzitutto ha spiegato come ha realmente ucciso il piccolo; le mani al collo per soffocarlo, prima di dargli il colpo di grazia stringendogli un calzino alla gola.
Un omicidio brutale, efferato, con il piccolo che per difendersi l’ha anche graffiata, come ha spiegato la Di Bona. Già, ma perché si è spinta a tanto? Il motivo è da non credere. Lei ed il suo uomo si erano appartati a Piedimonte San germano, in località Volla per consumare un rapporto sessuale.
O, almeno, erano quelle le intenzioni dell’uomo. Al rifiuto della donna perché “indisposta” ne sarebbe nata una furiosa lite tra i due tra i pianti ed i lamenti del bambino. Lite su lite e prime percosse sul piccolino da parte dell’uomo con richiesta alla donna di zittirlo.
La mano davanti alla bocca da parte della Di Bona, poi lo strangolamento. “Mi sono fermata quando Gabriel non si muoveva più” ha spiegato. Già questo basterebbe, ma la donna, ormai filante come un treno, ha raccontato altro. “Morto, ho buttato il suo corpo tra i rovi prima di riprenderlo” le sue parole.
Da lì la decisione della messinscena di simulare un grande incidente, su suggerimento dell’uomo che sarà ascoltato venerdì prossimo.