Covid-19, parla il ministro Boccia: possibile chiusura Regioni

Il ministro Boccia parla ai microfoni di Radio Capital. E’ possibile una nuova chiusura delle Regioni, bisognava prevedere la risalita dei contagi.

 

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Ministro Boccia (screenshot Instagram)

Boccia, intervenendo su Radio Capital, aggiunge: “La risalita dei contagi era prevedibile. Le terapie intensive sono state rafforzate. Questi sono numeri diversi rispetto a quelli di aprile, anche se il virus c’è e bisogna conviverci. Come governo non fissiamo nessuna asticella”. E sui test rapidi: “Non è accettabile aspettare ore e ore per fare un tampone. Bisogna potenziare i servizi sanitari, stiamo lavorando sui test rapidi perché si possano fare ovunque”.

Secondo il ministro non è possibile escludere nulla. Bisogna salvaguardare la nostra salute e il nostro lavoro, per il momento non ci sono limitazioni di spostamenti tra Regioni, ma bisogna monitorare la situazione giorno per giorno.

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Prima la salute e il lavoro, Boccia: “non escludiamo nulla”

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L’aumento dei contagi, secondo il ministro Boccia, era ampiamente prevedibile. C’è bisogno però di potenziare i servizi sanitari e fare in modo che siano disponibili i test rapidi ovunque. Il ministro non esclude una possibile chiusura delle Regioni, anche se l’Italia non può sopportare un altro lockdown generalizzato. A riguardo ha parlato anche il presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini.

Il governatore dell’Emilia-Romagna ha assicurato che non c’è nessuno scontro tra Regioni e Governo, ma che dobbiamo essere tutti vigili e adottare tutte le misure di controllo per gestire al meglio questa seconda fase di contagi.  Bonaccini ha parlato a 24Mattina su Radio 24, facendo un appello agli italiani ad essere tutti “responsabili come nella prima fase”. Bisogna secondo il governatore attivare la “Cabina di Regia” per tenere sotto controllo questo nuovo aumento di contagi.

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Stefano Bonaccini (screenshot Instagram)

Stefano Bonaccini ha infine commentato le parole di Walter Ricciardi, professore ordinario alla Cattolica, secondo cui alcune regioni avrebbero “dormito” durante l’emergenza. Secondo il governatore dell’Emilia-Romagna il professore non avrebbe nessuna competenza istituzionale e le sue parole sono risultate “fuori luogo”.

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