Il delitto di Lecce è uno dei casi di cronaca nera principali di questo 2020. L’omicidio, avvenuto poco meno di un mese fa, continua a far discutere. Al centro del dibattito il killer Antonio De Marco.
Ha fatto parlare e discutere tutta Italia l’efferato omicidio di Lecce. Lo scorso 13 settembre nel capoluogo pugliese Antonio De Marco uccideva due suoi ex coinquilini sul pianerottolo di quella che, ad agosto, era stata anche casa sua. Le vittime due ragazzi giovanissimi, i fidanzati Eleonora Manta e Daniele De Santis, uccisi con quasi 50 coltellate. Giorni di indagini hanno fatto stringere il cerchio attorno all’assassino, poi reo confesso: il 21enne De Marco, studente di infermieristica e apparentemente un ragazzo tranquillo.
La confessione del killer e la spiegazione; l’aver ucciso perché la coppia di ragazzi, a sua detta, era troppo felice. Un movente incredibile per un crimine così grande ed efferato, per di più studiato nei minimi dettagli per cercare di sfuggire poi alle indagini. Qualcosa però è andato storto e, alla fine, De Marco è stato arrestato. Ma perché il giovane ragazzo ha ucciso i suoi due ex coinquilini?
È intervenuta nel dibattito la criminologa e psicologa forense Roberta Bruzzone, attuale consulente di parte della famiglia di Eleonora che ha detto la sua a La Vita in Diretta. Secondo l’esperta non c’entra il motivo passionale e ha smentito l’ipotesi che De Marco sia omosessuale. Da vari fronti, infatti, era emersa questa voce: il killer stava scoprendo di essere gay e questa è stata la reazione violenta a questa “rivelazione“.
Alcune escort, però, hanno rivelato di aver avuto De Marco come cliente anche nei giorni successivi l’omicidio, per questo l’ipotesi sessuale sarebbe da escludere. Scartata questa teoria, allora, cosa ha spinto il killer a uccidere? Il movente, rivela la Bruzzone, va ricercato in altri piani della sua personalità.
Le indagini a Lecce intanto proseguono mentre gli avvocati di De Marco subiscono pesanti attacchi e accuse via social.