Il delitto di Garlasco è uno dei fatti di cronaca nera più rilevanti della storia moderna italiana. Tanti i misteri attorno a quel fatto, un unico colpevole: Alberto Stasi.
Sono passati ben 13 anni dalla notte in cui, a Garlasco, Chiara Poggi veniva assassinata. Era il 13 agosto quando la ragazza fu barbaramente uccisa nella sua casa di famiglia. Alberto Stasi venne ritenuto colpevole dopo anni tra processi e ricorsi e condannato a 16 anni di carcere.
Proprio lo scorso giugno, dopo un cambio di legale da parte della famiglia Stasi, era stata avanzata la richiesta di revisione della condanna. Il nuovo avvocato (ingaggiato a gennaio) sosteneva di avere prove in grado di poter scagionare definitivamente l’allora fidanzato della 26enne Chiara Poggi. Prove però ritenute poco evidenti e quindi la Corte di Cassazione ha optato per la conferma della condanna di Alberto Stasi. Che dunque dovrà continuare a scontare la sua pena di 16 anni di detenzione.
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE–> Delitto Vannini, la sentenza definitiva
Delitto di Garlasco: Alberto Stasi rimane in carcere
Era il 13 agosto del 2007 quando Chiara Poggi venne barbaramente uccisa nella sua casa di famiglia a Garlasco. Una morte violenta e brutale, che ha portato subito a indirizzare tutte le indagini verso il ragazzo della Poggi, quell’Alberto Stasi che proprio quella sera era assieme a lei.
La sentenza definitiva sul caso, dopo la prima condanna e i vari appelli, era arrivata il 12 dicembre del 2015. Pena poi confermata nuovamente nel 2018. Ora le prove nuove portate dal legale degli Stasi non hanno indotto il giudice a riaprire il caso, con la motivazione che gli elementi fattuali anche se confermati non basterebbero a dimostrare l’innocenza dell’uomo.
Quella notte di agosto el 2007 fu proprio Alberto Stasi a chiamare l’ambulanza per soccorrere la ragazza, che venne ritrovata in fondo a una rampa di scale con il cranio fracassato. Tutte le indagini si erano subito concentrate sulla figura di Stasi, fino alla definitiva condanna.
Il caso quindi dovrebbe definitivamente chiudersi qui.