A Tokyo una storia degna del migliore (o peggiore) film horror. Il Killer di Twitter è un ragazzo che ha confessato di aver adescato sul social le sue vittime, uccise in casa.
Rischia la pena di morte il “killer of Twitter”. Questo il soprannome dato a un ragazzo giapponese che è stato accusato di aver ucciso almeno 9 ragazze adescate sul noto social network. Lui si chiama Takahiro Shiraishi e rischia di essere giustiziato per i nove delitti commessi fino al 2017, quando nella sua casa la polizia ritrovò i cadaveri smembrati e le ossa di varie delle sue vittime. Il ragazzo, reo confesso, ora potrebbe essere condannato a morte.
Il modus operandi del serial killer era ben studiato e rodato: Takahiro ha adescato su Twitter delle ragazze, tra i 16 e i 25 anni, che manifestavano tendenze suicide o malesseri particolari. Con la scusa di poterle aiutare riusciva a portare a casa sua dove, però, avveniva il massacro. Sarebbero nove le vittime accertate dagli inquirenti, molte delle quali ritrovate smembrate nella casa dell’uomo.
Il ragazzo ha 29 anni ed è stato arrestato nel 2017 dopo il ritrovamento del cadavere di una ragazza di cui si erano perse le tracce. Il macabro ritrovamento nella casa di Takashiro, che ha svelato tutte le altre mattanze compiutesi precedentemente. Il processo è attualmente in corso e gli avvocati difensori dell’imputato hanno chiesto il giudizio per l’accusa di “omicidio con consenso” (le vittime, cioè, avrebbero dato il loro benestare a essere uccise) con l’eventuale pena che va da soli sei mesi a sette anni di carcere.
Se dovesse essere confermata la pena massima, quella della condanna per omicidio, il ragazzo rischia di essere giustiziato per impiccagione. Gli occhi, e le attenzioni, di tutto il Giappone (ma non solo) sono quindi puntati su questo caso di cronaca nera che ha catalizzato i media del Paese del Sol Levante.
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE —> Altra attrice giapponese trovata morta in casa