Secondo la Procura potrebbe esserci una “sfida” social alla base del suicidio di un bambino di 11 anni, lanciatosi dal balcone a Napoli.
Si getta nel vuoto a 11 anni dopo aver scritto l’ultimo biglietto alla mamma, per chiederle scusa. È successo a Napoli, nella centrale via Mergellina, nella notte tra martedì 29 e mercoledì 30 settembre. Sono stati i genitori a trovare il corpo ormai senza vita del bambino e a chiamare i soccorsi, che hanno potuto solo constatare il decesso.
Questa storia terribile ora è al vaglio della Procura di Napoli. A gestire le indagini sarà il procuratore aggiunto Raffaello Falcone, del pool fasce deboli del Tribunale napoletano. Il pm napoletano sarebbe al lavoro per cercare di capire cosa abbia spinto il bambino a prendere una decisione così tragica e definitiva.
Nel biglietto scritto dall’undicenne prima del suicidio ci sono molti riferimenti ad uno stato di paura vissuta nelle ore prima del folle gesto. Per questo motivo il procuratore Falcone sta lavorando per ricostruire i contatti, anche sui social, della vittima.
La tragedia di Napoli punta nuovamente i riflettori sull’importanza di educare tutti ad usare i social e internet in maniera responsabile. Infatti i giovanissimi – ma non solo – rischiano di finire intrappolati in challenge e sfide nate sui social che possono portare all’autolesionismo.
La più famosa di queste è stata sicuramente la Blue Whale Challenge, una sfida che prevedeva 50 prove da superare e che spesso culminava nel suicidio. La Blue Whale aveva fatto notizia soprattutto in Russia, dove secondo le autorità ha causato almeno una decina di morti. In Italia è diventata famosa grazie al servizio delle Iene.
Non è ancora chiaro cosa abbia spinto un undicenne a lanciarsi nel vuoto nel cuore della notte, ma la Procura di Napoli sta impiegando tutte le forze necessarie per scoprirlo. La perizia informatica sui dispositivi elettronici usati dal bambino chiarirà il possibile coinvolgimento di altre persone nella sua tragica morte.