Il principe William, futuro erede al trono d’Inghilterra, ha rivelato in un documentario l’impegno per l’ambiente.
La lotta per la tutela dell’ambiente ha coinvolto milioni di persone in tutto il mondo, a prescindere dallo status sociale. Adesso all’elenco delle persone attive per salvaguardare il pianeta si aggiunge un nome eccellente: il principe William d’Inghilterra. Il giovane reale, futuro erede al trono, ha infatti dichiarato in un documentario di essere un forte sostenitore delle tematiche ambientaliste.
Il principe ha sposato in pieno lo slogan “Non esiste un pianeta B”, simbolo delle proteste per l’ambiente lanciate da Greta Thunberg. In un’intervista per il documentario “A Planet For Us All” dell’emittente inglese ITV il giovane Windsor ha rinnovato il proprio impegno, dichiarando di volersi prendere un ruolo di primo piano nella tutela della Terra.
Il grande impegno che il principe William sta mettendo nella causa ambientalista viene da lontano. Sia il padre, il principe Carlo, che Lady Diana hanno infatti sempre avuto un grande rispetto per il pianeta. Ancora oggi l’erede al trono porta avanti grandi progetti a favore della sostenibilità ambientale. Per questo motivo il principe William ha deciso di sostenere queste tematiche per lasciare un mondo migliore ai propri figli. L’uomo ha dichiarato anche che la paternità gli ha fatto cambiare punto di vista su molte cose.
Ovviamente William non è il solo ad impegnarsi per la salvaguardia dell’ambiente all’interno della famiglia reale inglese. William può infatti contare, oltre che sul padre Carlo, su una grandissima alleata: la moglie Kate Middleton. Anche lei all’interno del documentario di ITV ha sostenuto le affermazioni del marito, rinnovando l’impegno della coppia per un’educazione ambientale per i figli.
Anche il conte di Wessex Edoardo, il figlio più piccolo della regina Elisabetta II, sostiene le lotte per la tutela dell’ambiente. Di recente ha preso parte insieme alla moglie e ai figli ad una giornata dedicata alla pulizia delle spiagge nel Regno Unito. L’iniziativa, lanciata dalla società inglese per la tutela del mare, ha riscosso un grande successo anche quest’anno nonostante i timori legati al coronavirus.