Francia divisa in due sull’abolizione del certificato di verginità. Alcuni medici si dicono contrari all’abolizione, il governo è deciso: proposta la penalizzazione
La Francia, come sempre attiva nel campo dei diritti umani, è spaccata in due. Il certificato di verginità ha aperto un vero e proprio dibattito interno sulla questione femminismo. Il documento in questione è una prova che attesta la verginità della donna tramite un controllo di integrità dell’imene. Le famiglie più conservatrice, alcuni giovani fidanzati e promessi sposi, spesso richiedono questa prova di purezza. Il gesto è sicuramente barbaro e arretrato, alcuni medici però sostengono che ha più volte salvato tante ragazze da guai con i familiari. Insomma, se da una parte l’ordine dei medici si era detta contrario a tale pratica, adesso una fazione di dottori francesi ha chiesto di abolire tale proposta di legge. A detta di alcuni medici, in alcuni casi tale certificato ha addirittura salvato delle vite.
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Sicuramente il gesto di una proposta di legge a favore dell’abolizione di tali pratiche, è degno di nota. La popolazione transalpina è stata storicamente sempre sensibile alle lotte nel campo umanitario (come quella all’anoressia nel mondo della moda). Questa volta in Francia a dividere è il certificato di verginità. Un documento che attesta l’integrità dell’imene, volto a verificare la purezza della donna. Una richiesta che nel mondo moderno sembrerebbe ingiustificabile, ma a detta di molti medici, ha salvato la vita a molte donne vittime del patriarcato o di relazioni tossiche ed esagerate. Da una parte i medici che nel 2017 hanno richiesto al governo l’abolizione, dall’altra una parte di colleghi che insiste sull’utilità del documento, che ha salvato varie ragazze da guai in famiglia. Nel frattempo il governo ribadisce che non solo è intenzionato ad abolirlo, ma anche a rendere penale la pratica.
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