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Solo film inclusivi agli Oscar: “Disgrazia per artisti”

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Fabiana Pasquale

L’Academy di Hollywood ha stabilito nuovi requisiti per la partecipazione agli Oscar: i film inclusivi. La decisione divide l’opinione pubblica.

L’Academy di Hollywood ha stabilito dei nuovi requisiti per i lungometraggi che potranno essere candidati all’Oscar come miglior film: dovranno essere film inclusivi. La novità riguarda il necessario rispetto di alcuni criteri. L’intento è di favorire una rappresentanza più equa di origine, genere, orientamento sessuale e disabilità agli Oscar. Dunque i nuovi film, per poter essere candidati all’Oscar, dovranno rispettare almeno due dei suddetti criteri per poter essere accettati. Più inclusività dunque per i gruppi che hanno una minore rappresentanza ad Hollywood, che si tratti di donne, afroamericani, ispanici, omosessuali, transgender e altri.

Questa decisione era al vaglio da diversi mesi e riguarderà non solo la rappresentanza della diversità all’interno del cast, ma anche nelle troupe coinvolte nella realizzazione dei film in tutte le fasi, da produzione a marketing e distribuzione.

Una decisione importante secondo il presidente dell’Academy David Rubin e il ceo Dawn Hudson, per i quali questa novità si sposa con la sempre più forte necessità di rendere il cinema sempre più vicino all’eterogeneità che caratterizza i nostri tempi. Dunque questi nuovi standard dovrebbero riuscire a determinare un duraturo ed essenziale cambiamento nell’ambiente cinematografico.

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Film inclusivi: “Una disgrazia per tutti gli artisti”

Roberto Benigni, vittoria Oscar (Getty Images)

Sebbene i propositi sembrino essere dei migliori, però, più di qualcuno ha storto il naso rispetto alla novità, che, ricordiamo, sarà operativa solo a partire dal 2024. L’attrice statunitense Kirstie Alley ha salutato la decisione definendola una “Disgrazia” per gli artisti di tutto il mondo. Il problema principale che è stato sollevato riguarda la preoccupazione che una scelta di questo tipo possa portare alla vittoria di chi rispetta maggiormente i nuovi requisiti per l’inclusione anziché di chi lo meriterebbe di più.

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Fabiana Pasquale