Torna a far parla di sé Boris Johnson: la Brexit si avvicina e il primo ministro britannico non vuole sentire altri “storie” entro il 15 ottobre.
Un tempo si parlava di lui per il ricovero di coronavirus. Anzi, già si parlava di lui in relazione alle sue dichiarazioni per l’immunità di gregge allo scoppio della pandemia dovuta all’espandersi del Covid-19. Ora torna a far parla di sé in merito alla questione Brexit. Parliamo del primo ministro britannico Boris Johnson. Quest’ultimo, nelle ultime ore, è tornato a farsi sentire in maniera dura e netta. Il tutto in vista del cruciale ciclo di colloqui commerciali post-Brexit con l’Unione Europea.
Dei colloqui che, secondo l’inglese, si dovrebbero concludere con “buon esito” non oltre il prossimo 15 ottobre, data massima per trovare un accordo specifico e che vada bene ad entrambi le parti. Altrimenti, Boris, si è detto pronto ad uscire senza alcun tipo di trattato portato a termine, che comunque, sempre a detta di Johnson, “porterebbe senza dubbio ad un buon risultato”.
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Brexit in corso: i colloqui ad un punto morto, Boris Johnson alza la voce
Quello che si sta defilando è un corso senza uscita. I colloqui tra i due partner, Gran Bretagna e Unione Europea sono a un punto morto. Allora ecco spuntare, nuovamente, Boris Johnson. Quest’ultimo ha dichiarato che: “Un accordo è possibile solo se i negoziatori dell’Unione Europea sono disponibili a ripensare le loro attuali posizioni”.
A sua volta, l’Unione Europea accusa la Gran Bretagna di non saper negoziare in alcun maniera. Il problema ora è anche la data: 15 ottobre 2020. Oltre quella data, fa sapere il primo ministro britannico, si andrà avanti con un’uscita senza più accordi, dialogo e futuri colloqui. Insomma, le cose si mettono davvero male, anche perché sbrigliare una situazione “morta”, in poco più di un mese, sembra essere un compito davvero arduo. E i due partner non sembra che vogliano venirsi incontro in alcuna maiera.
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