Rientro a scuola, incubo coronavirus: cosa sta succedendo in Europa

Il 14 settembre, giorno del rientro a scuola, si avvicina ma il coronavirus continua a far paura. Com’è la situazione in Europa?

La ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina non ha dubbi: l’Italia è pronta al rientro a scuola il prossimo 14 settembre. Il coronavirus però continua a far paura: i contagi infatti sono in crescita, anche se non con la stessa intensità dei primi mesi dopo il lockdown. Per questo motivo molti guardano all’estero per cercare di capire com’è la situazione nei paesi che hanno già riaperto, almeno in parte, scuole e asili. La Francia, ad esempio, ha riaperto già ad aprile ma la decisione si è rivelata presto un fiasco: per questo motivo molte scuole hanno chiuso nuovamente. Ora ci si prepara al rientro per il 1 settembre con classi divise in tre gruppi e un monte ore settimanale ridotto. Anche la Germania si prepara a rientrare a scuola ma in una situazione diversa. Le regole infatti potranno variare da regione a regione e nemmeno la mascherina sarà obbligatoria per tutti. Ha fatto molto discutere a tal proposito la decisione del Mecleburgo-Pomerania di non chiedere agli studenti di indossare la mascherina. Inoltre non ci sarà l’obbligo del distanziamento sociale tra gli studenti, ma solo verso i professori. Preoccupa la situazione della Spagna, dove la crescita dei contagi potrebbe mettere a rischio il rientro. La decisione potrebbe arrivare il 27 agosto con un Consiglio dei Ministri dedicato: in caso di riapertura le regole saranno simili a quelle italiane.

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Rientro a scuola, rischio impennata del coronavirus? C’è chi dice no

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La sede del Centro Europeo per il Controllo delle Malattie (Getty Images)

Uno dei principali timori legati al rientro a scuola è quello di una nuova impennata dei casi di coronavirus. In molti paesi europei infatti l’epidemia ha ripreso a crescere, anche se sembra che il numero di ricoveri sia più basso. Sembra però che non ci sia una vera e propria correlazione tra i due fenomeni. Secondo uno studio del Centro Europeo di Controllo delle Malattie (ECDC) che arriva a pochi giorni dalla riapertura in molti paesi del continente. Lo studio in questione smentisce la correlazione tra il ritorno in classe e un aumento significativo dei casi di coronavirus. Infatti anche nei paesi in cui le scuole hanno già riaperto prima dell’estate meno del 5% dei nuovi contagi riguarda bambini in età scolare. La trasmissione tra compagni di scuola inoltre non è la causa primaria di contagio da coronavirus anche per i bambini. Nonostante tutto è vero che i bambini che sviluppano la malattia da coronavirus sono contagiosi tanto quanto gli adulti. Non ci sono dati invece per quanto riguarda i bambini asintomatici. Possiamo quindi rientrare in classe serenamente, ma facendo sempre molta attenzione.

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E gli universitari? A settembre si rientra in aula, parola di ministro

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Il ministro dell’Università Gaetano Manfredi (Getty Images)

Settembre non segna il rientro in aula solo per gli studenti delle scuole elementari, medie e superiori: anche gli universitari di solito ricominciano a frequentare gli atenei. Dopo mesi di stop forzato, lezioni ed esami fatti a distanza sono in molti a chiedersi cosa ne sarà di chi è iscritto all’università. In Europa molti atenei, come l’Università Carlo III di Madrid, hanno scelto un approccio “misto“: gli insegnamenti pratici avverranno in presenza, mentre le lezioni teoriche continueranno a distanza. In Italia invece il nuovo anno accademico dovrebbe ricominciare in aula. Ad affermarlo è il ministro dell’Università Gaetano Manfredi in un’intervista ai microfoni di Radio 24. Gli accessi potrebbero essere contingentati e le aule verranno usate al 50% della loro capienza massima, ma gli studenti degli atenei italiani potranno tornare in classe. Anche la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI) ha dato parere favorevole alle lezioni in presenza, fondamentali tanto per gli studenti quanto per i docenti. La mascherina sarà obbligatoria, ma sarà compito degli studenti portarne una da casa. Il ministro Manfredi ha anche parlato di Recovery Fund: entro il 15 ottobre sarà pronto il piano di finanziamenti per l’università.

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