Giorgio Pinchiorri, patron della famosa Enoteca Pinchiorri, possiede una cantina di dimensioni colossali, che conta ben 60 mila bottiglie acquistate in oltre 50 anni. Nel maggio dello scorso anno, Pinchiorri viene contattato da una casa d’aste americana specializzata in vino Zachys, Don Zacharia, che gli propone di mettere all’asta alcune delle sue bottiglie. E’ così il prossimo 12 settembre, a Londra, verranno battute all’asta ben 2.250 bottiglie divise in 864 lotti di vini italiani e francesi. Valore base stimato: 2 miliardi di euro.
L’asta, inizialmente prevista per lo scorso marzo, è slittata a causa del coronavirus.
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Proprio la pandemia ha portato la famosa Enoteca a vivere una situazione di patimento, con il ristorante aperto solo tre giorni su sette, nel fine settimana. Per questo motivo i proventi dell’asta saranno di sicuro aiuto e Pinchiorri spiega cosa intende farci.
“Voglio fare una cosa per i miei dipendenti”, dice, la prima cosa da fare con i proventi dell’asta, indipendentemente dall’esito, sarà quella di pagare gli arretrati nella busta paga di dicembre, mentre nel caso in cui dovesse avanzare qualcosa lo utilizzerebbe per il ristorante e la cantina.
L’imprenditore poi confessa di aver temuto per la propria salute a causa del virus. Poi parla del ristoratore che si è tolto la vita per via dei debiti, era un suo amico e qualche volta andava a mangiare nel suo locale.
Quando ha dovuto lasciare le bottiglie che ha messo all’asta le ha baciate tutte e a pianto, per lui, dice, sono come dei figli e non ci saranno più, però faranno felici altri. Oltretutto in cantina ci sono ancora bottiglie degli stessi produttori pronte a far felici coloro che lo andranno a trovare.