Coronavirus in Spagna, arriva l’esercito

Il Coronavirus non accenna a mordere il freno in Spagna e l’esercito è pronto a scendere in campo: l’annuncio è del premier Pedro Sanchez 

Il Coronavirus in Spagna non lascia altra scelta che l’utilizzo dell’esercito. E’ quanto spiegato dal premier Pedro Sanchez che si è trovato quasi costretto dall’aumento esponenziale dei casi nel Paese iberico. Tutta la Spagna è attanagliata dal Covid-19, con 34 morti e poco più di 2.400 nuovi casi positivi in appena 24 ore, quasi 20 mila da venerdì scorso. Insomma, quasi una situazione sotto controllo, con 768 casi nella sola Comunità Autonoma di Madrid. Situazione allarmante, quindi, per la Spagna, una delle nazioni europee più colpite dal Coronavirus; dall’inizio della pandemia 405.436 casi con 28.872 decessi, dato – questo – inferiore a quello dell’Italia. Il direttore del Centro per il coordinamento sanitario spagnolo aveva chiesto misure drastiche al governo per arrestare questa corsa sfrenata al contagio.

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Coronavirus in Spagna, esercito in campo: la normativa sulla scuola

Coronavirus in Spagna, arriva l'esercito
Polizia spagnola (Getty images)

Intanto in Spagna si studia la riapertura delle scuole, passo fondamentale per dare un minimo di normalità all’intero Paese. Nella Comunità autonoma di Madrid, che racchiude 1,2 milioni di studenti e 3.600 istituti scolastici, il rientro a scuola sarà scaglionato a partire dal prossimo 4 settembre fino al 27 dello stesso mese. Pronti 370 milioni di euro stanziati dal governo regionale per oltre 10 mila insegnanti da assumere e l’acquisto dei test da effettuare a tutti gli studenti e personale scolastico. Si pensa che debbano servire almeno 100 mila test. Nelle altre Comunità indipendenti, invece, non trapelano ancora notizie a riguardo, con la Catalogna molto colpita dalla seconda ondata.

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