Ferragosto non è solo sinonimo di divertimento: ma anche rispetto per gli animali, abbandonare plastica e reti in mare è un vero danno per le specie marine.
Anche quest’anno arriva il tanto atteso Ferragosto. Il 15 di agosto molti italiani lo trascorrono in “giro”: in diverse località differenti tra loro. Quest’anno il coronavirus ha messo tutti in allerta e continua a farlo soprattutto durante questo intenso e “appiccicoso” periodo estivo. Non per questo gli italiani hanno rinunciato ad una bella giornata al mare, viste anche le alte temperature. Il mare, però, non è solo sinonimo di divertimento, ma (soprattutto negli ultimi anni) di grande rispetto. Un’attenzione particolare su dove “scarichiamo” i nostri rifiuti o, e non di minor importanza, in quale posto lasciamo “galleggiare” degli oggetti davvero pericolosi per gli animali marini. Questo giorno dell’anno, molto più di altre giornate, accomuna la specie umana e quella animale. Se vogliamo puntare ad un sano progresso dobbiamo sviluppare una profonda sensibilità verso il rispetto degli animali e dell’ambiente circostante.
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Quest’anni le specie più colpite, dalla plastica gettata in mare dai famosi “sporcaccioni”, sono le tartarughe marine, dette anche Caretta caretta. A volte, questi bellissimi esemplari, vengono avvolti da interi involucri di materiale plastico. Non solo: questi rifiuti (che dovrebbero essere gettati negli appositi contenitori) vengono spesso mangiati e causano una brutale morte.
Altro aspetto importante è quello che concerne le reti da pesca abbandonate in mare. Delle strutture mastodontiche che, una volta ritenute “vecchie” e inutilizzabili, vengono scaricate sui fondali marini. Già di per sé, questo appena descritto, è un gesto folle. In più, queste strutture fungono da trappola per i grossi animali marini: come i capodogli. Anche in questo caso, una noncuranza delle condizioni circostanti può causa morti improvvise. Pescare non è di certo un danno, ma farlo con le dovute attenzioni e i giusti metodi è essenziale per il rispetto dell’ambiente marino e del cibo che viene servito ad un tavolo caldo di Ferragosto.
Ricordiamo infine, ma certamente non di minor importanza, che il mare non è l’habitat naturale della specie umana, ma quello degli animali che ci vivono da sempre. Rispettarlo equivale a vivere in armonia e puntare al progresso collettivo.
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