Massimo Giletti è sotto scorta. Da qualche settimana è protetto dai carabinieri dopo le minacce ricevute da un boss della mafia
Massimo Giletti è sotto scorta, protetto dai carabinieri già da qualche settimana. Anche il conduttore di Non è l’arena di La7 è finito nella lunga lista di giornalisti italiani minacciati dalla mafia e ora protetti dalle forze dell’ordine.
Il tutto è cominciato la scorsa primavera. Il 10 maggio in trasmissione Giletti mostrò in diretta i nomi di oltre trecento mafiosi che sfruttando la situazione creata dall’emergenza sanitaria, chiesero la scarcerazione per motivi di salute. Scarcerazioni in alcuni casi avvenute. E lì le minacce di Filippo Graviano, uomo vicino a Riina e condannato per le stragi del 1992 e 1993.
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Massimo Giletti protetto dai carabinieri, le minacce del boss Graviano
La notizia era stata anticipata dal sito Antimafia 2000 che aveva riportato quanto scritto da Lirio Abbate – vice direttore de l’Espresso, anche lui sotto scorsa – nel libro-inchiesta U Siccu – Matteo Messina Denaro: l’ultimo capo dei capi.
In un’intercettazione ambientale dell’11 maggio nel carcere di massima sicurezza, il giorno dopo la messa in onda della trasmissione, Graviano aveva detto: “Quell’uomo… di Giletti e quel… Di Matteo stanno scassando la minchia». Di Matteo è Nino, presidente dell’Associazione Nazionale Antimafia e Pm nella cosiddetta trattativa Stato-Mafia dove ora è in corso il secondo grado di giudizio dopo le condanne del primo.
In quei giorni ci furono polemiche anche per la mancata nomina proprio di Di Matteo al Dap, Direzione Amministrazione Penitenziaria, sezione del Ministero della Giustizia, dopo le scarcerazioni dei boss. Lo stesso Di Matteo intervenne telefonicamente in diretta per spiegare la mancata nomina.
Ma non mancano le polemiche in merito all’assegnazione della scorta a Giletti ed è lo stesso giornalista che le innesca: si chiede perché questo provvedimento sia arrivato solo dopo che la notizia dell’intercettazione è stata pubblicata.
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