Dopo l’incendio di Beirut e l’esplosione avvenuta in zona porto la città fa i conti con vittime, ferite e danni. Mika, artista libanese, dedica una lettera alla sua città d’origine.
Martedì la terribile esplosione in zona porto, a Beirut, che ha causato un centinaio di vittime e molti più feriti. Danni incalcolabili nella capitale libanese, martoriata e ferita nel profondo da una deflagrazione che ha ancora molti punti oscuri e dubbi legittimi. Che si sia trattato solo di un incidente o c’è qualcosa dietro? Si parla di missili e bombe che hanno favorito l’esplosione al porto della capitale libanese ma, mentre proseguono le indagini per chiarire i molti punti oscuri, la città fa il conto con feriti, vittime e danni, sia materiali che morali. Nella vicenda è voluto intervenire, a suo modo, l’artista libanese forse più famoso al mondo, Mika. Il cantante, che ha uno stretto legame con l’Italia, sulle pagine del Corriere della Sera ha voluto dedicare una lunga lettera alla sua nazione, e alla sua città.
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La lettera di Mika per Beirut dopo l’esplosione
On this very day four years ago I was performing at Baalbek in Lebanon. I spent my morning looking at the amazing pictures. I end my day looking at pictures of Beirut today that are chilling to the bone.
My heart is with Beirut and Lebanon 🇱🇧 #beirutlebanon
— MIKA (@mikasounds) August 4, 2020
Mika, che nelle ore successive all’esplosione aveva scritto via Twitter i suoi pensieri, nella giornata di oggi ha pubblicato sul Corriere una lunga lettera per la sua città. Una città che, dopo i fatti di martedì, ha registrato scontri anti governo dei cittadini. “«Di fronte a questo caos, ripenso a una frase del poeta libanese Khalil Gibran:“Per arrivare all’alba non c’è altra via che la notte” ha esordito Mika nella sua lettera. L’attacco, poi ai governi che negli ultimi decenni hanno messo in ginocchio un’intera nazione: “Il Primo ministro libanese Hassan Diab assicura che i responsabili dovranno “risponderne”. Ma i responsabili di chi? di cosa? I responsabili di trent’anni d’agonia che hanno trasformato il Paese dei cedri nel Paese delle ceneri”, il passaggio significativo contro chi ha governato il Libano negli ultimi anni.
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