Bonus 600 euro, i partiti dei cinque parlamentari che l’hanno riscosso

Il bonus dei 600 euro incassato dai cinque parlamentari continua a creare imbarazzo e scalpore: i partiti di appartenenza dei politici

Il bonus dei 600 euro incassato dai cinque parlamentari ha creato molto scalpore ed imbarazzo all’interno delle mura di Montecitorio. Indignazione da parte degli stessi deputati e dei cittadini ancora in difficoltà in questione periodo post Covid, alle prese con la cassa integrazione non ancora arrivata e con i bonus non tutti erogati. Chiedere ed ottenere il bonus da 600 euro per le partite Iva è sembrato inopportuno da parte di chi guadagna 12.000 euro netti al mese.

A scoperchiare il vaso di Pandora è stata la Direzione centrale Antifrode, Anticorruzione e Trasparenza dell’Inps. I parlamentari hanno sfruttato i decreti Cura Italia e Rilancio destinati alle Partite Iva che non facevano distinzione ai cittadini italiani.

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Bonus 600 euro incassati dai cinque parlamentari: i partiti di appartenenza

Bonus 600 euro, i partiti dei cinque parlamentari che l'hanno riscosso
Parlamento italiano (Getty images)

Secondo le prime indagini, i cinque furbetti del bonus apparterebbero a tre partiti diversi. Tre sono della Lega, il partito di Matteo Salvini, uno apparterrebbe al Movimento 5 Stelle ed uno ad Italia Viva. Licia Ronzulli, il vicepresidente di Forza Italia al Senato, ha gridato allo scandalo, ritenendo inaccettabile che deputati incassino anche il bonus dei 600 euro in un momento in cui le famiglie siano in difficoltà anche solo a sopravvivere. Ha chiesto che i parlamentari in questione restituiscano il denaro ricevuto. Ancor più duro Stefano Bonaccini, governatore dell’Emilia-Romagna che ha addirittura chiesto le dimissioni dei parlamentari in questione. 

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