In Cina un villaggio della Mongolia interna è stato chiuso, dopo la morte di un uomo a causa della peste bubbonica. Negative tutte le persone venute a contatto con l’uomo
In Cina, oltre al coronavirus, torna a destare preoccupazione da qualche tempo anche la peste bubbonica. Un uomo, residente nella Mongolia Interna, è morto a causa della terribile patologia, spingendo il governo a prendere provvedimenti per evitare la diffusione del contagio. L’intero villaggio Suji Xincun è stato chiuso, posto in isolamento dopo il decesso dell’uomo. Il villaggio, sottoposto alla sanificazione, è stato setacciato per risalire alla possibile catena dei contagi. Al momento, secondo quanto reso noto dalle autorità di Baotou, tutti gli abitanti della zona sono risultati negativi, ma il livello di allerta sale a 3 su 4. I parenti e le persone venute a contatto in maniera diretta col paziente sono state poste in isolamento.
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Cina, torna la paura per la peste bubbonica
Cresce la paura in Cina per una nuova epidemia nel distretto di Damao Banner, in cui si trova il villaggio di Suji Xincun. Nel frattempo le autorità di Baotou hanno allertato la popolazione riguardo una nuova pandemia di peste, esortando i cittadini a non cacciare animali selvatici, e contattare il medico in caso di sintomi come tosse e febbre alta. Negli scorsi mesi erano stati individuati altri 3 casi in Mongolia, a Bannayur e nella provincia di Khov. Altri casi erano stati riscontrati a luglio, quando a Yumen nella provincia di Gansu erano state poste ben 30.000 persone in quarantena. Secondo l’Oms, in Cina i casi di peste dal 2009 al 2019 sono stati 31. Nel resto del mondo invece si riscontrano tra i 1.000 e i 2.000 casi all’anno. La peste bubbonica è causata dal batterio Yersinia pestis e si trasmette all’uomo dalle pulci dei roditori.
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