Oltre gli aiuti iniziano a circolare anche le prime voci sulla violenta esplosione avvenuta a Beirut: Donald Trump parla di attacco terroristico.
Tutto il mondo ha ormai visto le terribili e raccapriccianti immagini della violenta esplosione avvenuta nella città di Beirut. Finora il bilancio è di 78 morti e 4 mila feriti, un numero che, purtroppo, è destinato a salire bruscamente. Un momento buio per la capitale del Libano, che torna a vivere uno dei peggiori, se non il più grande incubo dai tempi della guerra civile. Nelle ultime ore, oltre agli immediati aiuti, sono arrivate le prime parole dei diversi capi di Stato. Uno su tutti Donald Trump, che ha ipotizzato, anzi quasi dato per certo, uno dei peggiori scenari: l’attacco terroristico. Il presidente Usa si è lasciato andare alle seguenti dichiarazioni: “Ho incontrato i nostri generali e sembra che non sia un incidente industriale. Sembra, secondo loro, che sia un attentato, una bomba di qualche tipo”. Una bomba fatta saltare in aria per un determinato scopo: è questo il giudizio del “Team Americano” presidiato dal tycoon.
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A parlare, nelle ultime ore, non è stato soltanto Donald Trump. Dichiarazioni dure e di forte preoccupazione sono arrivate anche da parte del ministro della Salute libanese, Hamad Hasan. Quest’ultimo non ha usato giri di parole per dire che la città di Beirut è completamente devastata e chi può “la lasci immediatamente”. Un “consiglio”, una forte paura, un’ansia collettiva. È quello che trapela dalle parole di Hasan che, secondo quanto riportano media locali, ha dichiarato anche che: “Materiali pericolosi si sono sprigionati nell’aria dopo le deflagrazioni e potrebbero avere, a lungo termine, effetti mortali”. Potremmo avere un’altra Hiroshima e Nagasaki, come danni ed effetti su tutta la popolazione.
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