Covid-19, prime indagini di sieroprevalenza: i risultati

L’Istat ha condotto le prime indagini di sieroprevalenza riguardanti il Covid-19: numeri che rispecchiano l’andamento del virus

L’Istat ha svelato i dati sulle prime indagini relative alla sieroprevalenza circa il Covid-19, condotte in collaborazione con il Ministero della Salute. Numeri eloquenti, che lasciano davvero senza fiato, perché freddi e senza appello. Secondo l’Istituto, l’IgG positivo è stato riscontrato nel 2,5% della popolazione residente in famiglia, quindi 1 milione e 482 mila persone. Un dato che deve far riflettere, perché stiamo parlando di un numero 6 volte maggiore di cittadini italiani entrati in contatto con il coronavirus rispetto ai numeri ufficiali della pandemia. Differenze territoriali in tema di mortalità; in Lombardia è stato raggiunto il 7,5% di sieroprevalenza, ben sette volte oltre i numeri rilevati nel Mezzogiorno, a dimostrazione di come il Covid-19 abbia colpito maggiormente le Regioni settentrionali. Addirittura, in Lombardia, il 51% dei cittadini ha sviluppato anticorpi; nella Regione, poi il 49% dei morti ed il 39% dei contagiati.

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Covid-19, dati sulla sieroprevalenza: nessun differenza di genere

Covid-19, prime indagini di sieroprevalenza: i risultati
coronavirus (pixabay)

I dati sulla sieroprevalenza mostrano come non vi siano differenze di genere; il Covid ha colpito in egual misura sia uomini che donne mentre il dato significativo è il basso attecchimento sui bambini, con l’1,3% da 0 a 5 anni così come gli over 85 (l’1,8%). Di fatto le popolazioni più a rischio sono state quelle meno colpite dal Coronavirus. Aver avuto contatti con chi ha avuto il virus, ha svelato l’Istat, ha aiutato a a sviluppare anticorpi come evidenzia il dato del 16,2% in Lombardia in questo particolare aspetto.

Indicativi anche i dati sui sintomi da chi ha contratto il coronavirus; la febbre si è presentata nel 27,8% dei casi, tosse nel 21,6% e mal di testa nel 19,2%. Nelle persone che hanno accusato almeno tre sintomi differenti, spicca la febbre (68,3%), perdita di gusto (60,3%), sindrome influenzale (56,6%), la stanchezza (54,6%), dolori muscolari (48,4%), mal di testa (42,5%) e perdita di olfatto (54,6%).

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