L’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità) torna a parlare della situazione che la pandemia da coronavirus ha aperto a livello mondiale.
Un meeting, quello svoltosi nella giornata di ieri, martedì 28 luglio. Un nuovo incontro dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ove ha preso parola il leader Tedros Adhanom Ghebreyesus. Quest’ultimo afferma che una crisi sanitaria così grande non era mai accaduta in passato. Per il massimo esponente dell’Oms la pandemia da coronavirus è paragonabile, ad ampio raggio, al “peggio del peggio”. Nel corso degli anni ci sono state altre emergenze sanitarie globali. Esattamente cinque: le due epidemie di Ebola, il virus Zika, la poliomielite e l’influenza suina. Nessuna di queste, però, ha evidenziato gli stessi problemi portati dal Covid-19. Altro fatto da tenere in conto: con più di 16 milioni di persone contagiate e 650.000 morti in tutti il mondo, in molti Paesi i dati ufficiali non rispecchiano la vera gravità della situazione.
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Possibile vaccino da Oxford: l’Oms frena gli entusiasmi
Nelle ultime ore si è aperta una pista: riscontri positivi dei test sul vaccino di Oxford. Nonostante ciò, sempre secondo Tedros, la strada per eliminare definitivamente il virus è ancora troppo in salita e dura da compiere. Il leader dell’Oms parla a 360° e mette in luce la situazione sotto aspetti globali, dichiarando che in America Latina e in Africa il picco della crisi non è stato ancora raggiunto. Gli Stati Uniti d’America, in piena emergenza, hanno optato per l’uscita dall’Oms. Mentre Asia e Europa si preparano alla seconda se non, poi, terza ondata. Un dramma ancora in atto che deve essere prevenuto, sempre secondo le parole di Tedros, prima di tutto con l’uso delle mascherine e il distanziamento sociale.
A parlare, poi, è stato anche Mike Ryan, direttore del programma di emergenza: “In futuro sarà praticamente impossibile, per le singole nazioni, continuare a tenere chiusi i confini tra di loro. Le economie devono riaprire”. Il meeting dell’Oms, però, si è concluso ricordando che, con molta precisione, in alcune zone a rischio aumento casi si deve optare sempre per dei brevi e intensi lockdown.
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