Heather Parisi e Lorella Cuccarini è di nuovo polemica: ‘lite’ social innescata da un like della presentatrice italiana
Ennesimo capitolo della faida Cuccarini-Parisi. Questa volta a scatenare l’attacco di Heather Parisi è stato un like della Cuccarini a un articolo in cui Marco Gervasoni critica e va contro la legge sull’omofobia. Dopo il “mi piace” al pezzo pubblicato dal giornalista, che descrive la legge come liberticida, su twitter la ballerina americana ha pubblicato uno screenshot dell’articolo mostrando il like della rivale. “In Italia non c’è una legge che punisca discriminazione per orientamento sessuale – ha cinguettato la showgirl – il DDLZan colma questa lacuna. Spacciarlo per una legge che uccide la libertà, è negare che l’amore, qualunque amore, minaccia solo chi non lo capisce”.
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In Italia non c’è una legge che punisca discriminazioni e violenze per orientamento sessuale genere e identità di genere #LGBTQ
Il #DDLZan colma questa lacuna. Spacciarlo per una legge che uccide la libertà, è negare che l’Amore, qualunque Amore, minaccia solo chi non lo capisce pic.twitter.com/FWUsw9f9rT— Heather Parisi 😷 (@heather_parisi) July 26, 2020
Heater Parisi e Lorella Cuccarini, una rivalità infinita
Dopo il cinguettio di Heather Parisi, è arrivata la risposta del giornalista autore del pezzo incriminato, il quale ha replicato su twitter ringraziandola per aver letto l’editoriale e aver espresso il suo parare ma chiosando: “Spero non si offenderà se resto della mia opinione”. Ancora nessuna risposta invece dalla Cuccarini, che a quanto pare ha scelto la via del silenzio. Le due non sono mai andate d’accordo, per usare un eufemismo.
Lo scorso marzo infatti, sempre a causa di un like, le due si erano pizzicate sulle famose dichiarazioni di Luca Zaia sui cinesi (abbiamo visto tutti i cinesi mangiare topi vivi). In quel caso, l’ex conduttrice de La Vita in Diretta, aveva messo “mi piace” a un post di Libero che tentava di difendere le parole di Zaia. Con un post era intervenuta Heather Parisi con un giudizio, accompagnato dall’hashtag “ballerinasovranista”, in cui definiva chi giustificava o legittimava le parole del governatore veneto “intellettualmente in malafede”.
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