La Cina chiude ufficialmente il consolato Usa nella città di Chendgu. Risposta analoga al provvedimento preso in Texas.
Altro faccia a faccia Cina-Usa. Sembra essere entrati in un clima da “guerra fredda”, senza eccedere nel termine stesso. Da un periodo a questa parte non corre proprio buon sangue tra le due “super potenze” mondiali. Durante tutto il mese di luglio, davvero “bollente” su tanti fronti, lo scontro si è nuovamente acceso, con Trump che dichiara “rapporti inaspriti”. E nelle ultime è avvenuto un altro “scontro”: la Cina ha deciso di chiudere il consolato Usa nella città di Chendgu, capoluogo della provincia sud-occidentale di Sichuan. Un duro colpo all’America di Trump che, a sua volta, aveva fatto compiuto lo stesso gesto poche settimane addietro, serrando le porte alla rappresentanza consolare cinese di Houston, in Texas.
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Scontri indiretti inaspriti con delle fasi concitate e dei segnali poco chiari, che, andando avanti in questo modo, non fanno bene sperare per un futuro prossimo. Le varie ambasciate o consolati sono delle strutture molto importanti su scala internazionale. La possibilità da parte di uno Stato di mettere la sede in un altro Paese “straniero” è uno degli aspetti che regola l’andamento della diplomazia. Chiuderli equivale a incrinare i rapporti tra i Paesi in questione, se non, a volte, danneggiarli definitivamente.
La Cina, attraverso una nota del ministero degli Esteri, ha spiegato il fatto affermando che: “L’ordinanza che regola la chiusura è una risposta legittima e necessaria alle azioni irragionevoli degli Usa e conformi al diritto e alle norme di base dei rapporti internazionali, nonché alle pratiche diplomatiche”. Chiedendo, infine, un passo indietro e la nuova stabilizzazione dei rapporti: “Invitiamo Washington a creare le condizioni necessarie per il ritorno alla normalità delle relazioni bilaterali”.
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