Brutte notizie per i milioni di spettatori del Cirque du Soleil. Dopo 36 anni ininterrotti di successi e spettacoli in giro per il mondo, la “creatura” fondata da Guy Laliberté e oggi gestita da Daniel Lamarre ha dichiarato il proprio fallimento ed è ricorsa alla bancarotta controllata dopo aver licenziato i suoi 3500 dipendenti. La speranza, però, è di rivedere uno degli eventi itineranti che hanno fatto la storia già a partire da gennaio 2021, al termine dei procedimenti legali.
Una speranza condivisa dallo stesso Lamarre, presidente e amministratore delegato di Entertainment Group, la società che oggi gestisce il Cirque: “Non vediamo l’ora di rilanciare le nostre attività e trovarci di nuovo insieme per creare quel magico spettacolo che il Cirque du Soleil è per i suoi milioni di fan nel mondo”.
D’altronde non sarebbe facile rinunciare allo spettacolo che ha ridefinito i canoni dell’intrattenimento circense e che è stato così ben raccontato nella pellicola “Cirque du Soleil Worlds Away”, girata da Andrew Adamson e prodotta dal regista Premio Oscar James Cameron.
Era il lontano 1982 quando un gruppo di artisti di strada si esibiva nelle strade di Baie-Saint-Paul, in Quebec, mettendo in scena meravigliose scene di clown, acrobati e trampolieri. Un’esperienza talmente esaltante e divertente da spingere l’ex mangiafuoco Guy Laliberté, personaggio fuori dagli schemi, grande appassionato di poker sportivo e grandissimo filantropo, a decidere di creare un vero e proprio spettacolo itinerante con quegli stessi artisti.
E così, appena due anni dopo, nacque il Cirque du Soleil, dando il via a una storia di successi lunga piu di tre decadi e fatta di spettacoli sempre diversi, legati a temi in continua evoluzione e in cui sono i salti mozzafiato, le complesse coreografie, i giochi pirotecnici, le scenografie e i divertentissimi sketch a farla da padrone. Uno spettacolo talmente particolare e diverso dagli altri da aver convinto i maggiori compositori dell’epoca moderna a realizzare musiche ad hoc per ogni annata di repliche.
Sono moltissimi i modi in cui il Cirque du Soleil ha ridefinito i parametri del mondo del circo. Il tutto mettendo insieme numeri da capogiro: basti pensare che al momento della chiusura erano attivi 14 spettacoli in tournée con tendoni in tutto il mondo e 10 eventi stabili che il gruppo realizza nelle città di Montréal, Las Vegas, New York, Orlando e Playa Del Carmen.
In più, Laliberté e i suoi collaboratori hanno avuto il coraggio e la lungimiranza di eliminare alcuni elementi che sembravano intoccabili tra i circensi: via dunque gli animali, decisione che ha fatto felici gli animalisti in tutto il mondo e allo stesso tempo ha ridotto i costi di sostentamento degli spettacoli, e dentro i migliori acrobati e artisti del pianeta (Viktor Kee, Yves Decoste, Rose Winebrenner e Melodia Garcia Rigolo, solo per citarne alcuni) capaci di creare evoluzioni uniche nel loro genere e di incantare a ogni replica pubblici di ogni età e di qualsiasi luogo.
Sono rimasti invece i clown, il cui ruolo si è fatto più sofisticato e importante con esibizioni dall’umorismo mai scontato e sempre ricercato, ed è stato rivalutato il tendone, struttura a cui molti circhi avevano iniziato a rinunciare a causa dei costi eccessivi, reso un elemento caratterizzante della compagnia e curato in ogni minimo dettaglio (via le tradizionali segature e panche rigide per il pubblico). Il tutto facendo anche grande attenzione allo storytelling: ogni spettacolo è diviso in scene e segue un filo conduttore che si dipana lungo le due ore canoniche di esibizione.
Mimi, acrobati, danzatori, giocolieri e clown. Sono questi i punti di forza del Cirque du Soleil e le particolarità che l’hanno reso nel corso degli anni il gruppo leader mondiale dell’intrattenimento dal vivo. La compagnia vende da sola più di tutti gli spettacoli e i musical di Broadway messi insieme e ogni anno i suoi spettacoli coinvolgono circa 200 milioni di spettatori sparsi in quasi 500 città e 60 Paesi in ogni angolo del globo.