Causa coronavirus il 13% di bar, ristoranti e hotel non riaprire più. È l’allarme lanciato Hosteleria de Espana, la Federalberghi spagnola
Il coronavirus in Spagna ha provocato tantissimi vittime e tante ne provocherà ancora con la crisi economica post lockdown. È uno scenario nero quello che mostra la Hosteleria de Espana, l’omologa della Federlberghi in Italia. In una conferenza stampa sono state sciorinate delle cifre spaventose: il 13% di bar, ristoranti e hotel non riaprirà più. Si tratta circa di quaranta mila attività commerciali e la cifra a fine anno potrebbe arrivare a sessantacinquemila.
Il turismo in Spagna conta circa il 12% del Pil e moltissime città vivono delle attività ad esso legate. Proprio in piena estate negli anni precedenti in alcune località era impossibile trovare un posto letto. Ora invece “nelle località turistiche più popolari non ci sono turisti”, ha detto il presidente dell’associazione José Luis Izuel. Il settore turistico potrebbe essere colpito fino al 50% e si rischia la perdita di posti di lavori tra i novecentomila e un milione.
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Nonostante la riapertura delle frontiere, la Spagna continua a soffrire per l’assenza dei turisti. Nelle Isola Beleari, ad esempio, ha riaperto circa la metà delle attività ricettive. Motivi di regressione economica non sono solo l’assenza dei clienti ma anche perché dopo le chiusure obbligatorie, molti non sono riusciti a trovare la forza economica per riaprire.
Per far fronte a ciò, il governo spagnolo a fine giugno ha stanziato un piano prestiti di 4,2 miliardi di euro, ritenuto però basso dal settore che invece ha richiesto la sospensione delle tasse e aiuti a fondi perduti.
Particolarmente colpita la Catalogna. Barcellona, Llorent de Mar, località con altissime attrattive, ora devono fare i conti con dei focolai scoppiati in zona. Le restrizioni disposte dal governo per fronteggiare la pandemia stanno trasformando le economie di queste città che senza Coronavirus ora sarebbero state piene di persone provenienti da tutto il mondo.
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