Rosa Scafa, la prima poliziotta d’Italia ha tagliato un traguardo a dir poco straordinario: spente le 95 candeline.
Rosa Scafa spegne ben 95 candeline. Lei, prima poliziotta d’Italia, si racconta in un’intervista all’AGI (Agenzia Giornalistica Italia). I suoi lunghi anni di carriera, il suo senso del dovere e il matrimonio con un “collega”. I 95 anni di Rosa sono un bel traguardo. Un nastro tagliato a suon di record: fu la prima donna ad entrare in polizia. Nella lunga intervista si lascia andare senza alcun freno. Racconta di aver scelto la divisa per necessità di vita, per prendere solamente un lavoro e aiutare economicamente in casa. Per poi scoprire, fin da subito, la passione per codesto mestiere. Da sempre in prima linea nell’assistenza ai minori e non solo. Controllava le prostitute affinché, una volta portate in ospedale, non scappassero prima degli accertamenti sanitari. Afferma l’ex poliziotta: “Una di loro mi avrebbe sfregiato con una lametta che nascondeva sotto il maglione se, come mi confessò poi, non fosse stata dissuasa dalla gentilezza e dall’umanità con cui si sentì trattata”.
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Rosa Scafa si è sposata tardi. Prima di otto figli ha perso il padre quando in casa “circolavano” ancora tante persone. E come prima figlia che si rispetti (e come si usava fare un tempo) ha dovuto crescere gli altri fratelli e sorelle e dare una “mano” alla madre a 360°. Poi, in età adulta, ha conosciuto il marito con il quale si è sposata e ha avuto una vita felicissima: “È stata una vita davvero bella e felice con lui accanto. Anche mio marito entrò in Polizia da giovanissimo e dopo un periodo fu spedito nella Squadra Mobile. Tra l’altro, qui a Trieste, era molto popolare come pittore e caricaturista, ed era spesso sui giornali. Ma anche lui, come me, era innamorato della divisa”. Tanti auguri Rosa, ti auguriamo di tagliare ancora tanti traguardi!
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