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Proposte mini zone rosse attorno ai focolai: “No a nuovi lockdown”

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La proposta di istituire mini zone rosse attorno a nuovi focolai di coronavirus arriva da Sandra Zampa, sottosegretaria alla Salute.

L’Italia non può reggere l’urto di un secondo lockdown, almeno secondo quanto sostenuto dalla sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa. La donna, membro del governo dall’autunno del 2019, ha chiarito la sua posizione in un’intervista rilasciata al “Messaggero“. Le dichiarazioni sono in linea con quanto già sostenuto da altri esponenti del governo. Il PIL italiano infatti, secondo le stime della Commissione Europea, sarà in calo dell’11.2% nel 2020. Una nuova chiusura forzata di tutto il Paese quindi potrebbe abbattere definitivamente l’economia italiana. A questo proposito il governo guidato da Giuseppe Conte ha già stanziato numerosi fondi, ma la soluzione potrebbe arrivare dal vertice del Consiglio d’Europa del 17 e 18 luglio. In quest’occasione infatti si discuterà il Recovery Fund, ossia il fondo europeo per rispondere alla crisi dovuta al coronavirus.

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Nuovi focolai di coronavirus, mini zone rosse invece del lockdown

Cartello con l’indicazione di restare a casa (Getty Images)

Proprio per evitare di abbattere ulteriormente l’Italia dal Ministero della Salute arrivano varie proposte su come gestire i nuovi focolai. La più quotata al momento è quella della sottosegretaria Zampa, cioè l’istituzione di zone rosse solo attorno ad eventuali nuovi focolai. L’idea quindi è di individuare rapidamente i potenziali centri di diffusione del virus ed isolarli in modo da limitare la diffusione. Questa strategia potrebbe andare di pari passo con l’estensione dello stato d’emergenza fino al 31 ottobre o al 31 dicembre 2020. La sottosegretaria ha anche ricordato l’importanza di controllare i flussi di persone in arrivo nel Paese. Verranno quindi intensificati i controlli sanitari in porti e aeroporti, mentre da ieri è vietato l’accesso in Italia da altri tre paesi, cioè Serbia, Montenegro e Kosovo. Il governo non ha però intenzione di bloccare nuovamente le frontiere. L’invito rimane quello alla prevenzione e al rispetto delle regole.

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