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Rientro a scuola a settembre: c’è la rivolta dei sindacati

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Rientro a scuola a settembre, per i sindacati non ci sono gli spazi per poter ripartire e chiedono al governo un decreto legge

Rientro a scuola a settembre, i nodi da sciogliere sono ancora molti. Innanzitutto c’è il problema degli spazi. Secondo le linee guide stabilite dal governo, in concerto con il comitato tecnico-scientifico, tra ogni studenti dovrà esserci un metro di distanza e in caso di temperatura corporea alta (che dovrà misurare la famiglia a casa, non si farà all’ingresso) quel giorno niente scuola.

Per i sindacati non ci sono gli spazi per poter ripartire. La stessa ministra della scuola Lucia Azzolina aveva dichiarato che mancano gli spazi per circa il 15% degli studenti, ossia un milione e duecentomila tra bambini e ragazzi, e infatti si sta valutando la possibilità di usare strutture in disuso per per lezioni.

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Rientro a scuola, i sindacati non ci stanno: “Pochi spazi, chiediamo al governo un decreto legge”

Manifestazione per la scuola (foto Facebook FLC CGIL Nazionale)

In una conferenza stampa il segretario della CGIL Francesco Sinipoli, ha affermato che non ci sono spazi e dunque mancano le condizioni per ripartire in presenza. “I dirigenti scolastici sono a caccia di spazi; serve un organico straordinario che al momento non c’è”. La preoccupazioni di Sinipoli è che poiché il tempo a scuola si ridurrà, si tornerà poi alla didattica a distanza che tanto ha fatto discutere in questi mesi di chiusura.

C’è anche la richiesta di un decreto legge sulla scuola: “Il governo deve dire con chiarezza che bisogna riaprire la scuola in presenza”, ha detto il segretario del sindacato.

A meno di due mesi dalla ripresa della scuola (data prevista il 14 settembre in tutte le regioni) c’è anche l’annoso problema dei docenti. Ne mancherebbero ottantamila e molti al nord, soprattutto per le cattedre di matematica, italiano e sostegno.

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