La decisione del TAS annulla la squalifica per violazione del Fair play finanziario. Ritirata l’esclusione dalla Champions League per due stagioni.
Il Tribunale Arbitrale dello Sport ha annunciato che da verifiche approfondite il Manchester City non ha truccato i suoi bilanci, come precedentemente indicato dalla UEFA a febbraio scorso. La decisione annulla la precedente squalifica decisa dall’Organo di Controllo Finanziario (CFCB). Riammette pertanto il Manchester City alla Champions League delle prossime due stagioni. La multa di 30 milioni di euro è stata inoltre ridotta a 10, perché pur non avendo truccato i conti il City non ha comunque collaborato tempestivamente con le autorità della UEFA.
L’annuncio del TAS ha generato grande sorpresa tra gli addetti e i commentatori sportivi. L’esclusione di una delle più forti e blasonate squadre di calcio europee dalle competizioni più importante aveva già da mesi avviato una serie di considerazioni sul futuro del City e del suo allenatore. Il nome di Pep Guardiola era stato accostato a quello di molti club, inclusa la Juventus.
Secondo le motivazioni fornite dal Tribunale Arbitrale dello Sport il Manchester City aveva ricevuto l’autorizzazione a “mascherare” i fondi azionari come contributi di sponsorizzazione. Pertanto non avrebbe violato i regolamenti del FFP. Questa decisione, ha aggiunto il TAS, è frutto di una approfondita valutazione della cospicua mole di informazioni che il club è stato in grado di presentare.
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La precedente squalifica del Manchester City
Il Manchester City aveva ricevuto a febbraio scorso una multa da 30 milioni di euro e una squalifica dalle competizioni europee delle stagioni 2020-21 e 2021-22. L’accusa era di violazione del Fair play finanziario, le regole introdotte dalla UEFA per imporre ai club di calcio di autofinanziarsi senza fare ricorso ai patrimoni privati.
In base alle considerazioni dell’Organo di Controllo Finanziario della UEFA il City aveva usato una serie di stratagemmi per aggirare il FFP tra il 2012 e il 2016. Aveva sostenuto le ingenti spese per gli acquisti e il monte ingaggi della rosa, secondo il CFCB, sovrastimando i guadagni relativi ai contratti di sponsorizzazione stretti con società riconducibili alla stessa proprietà. Il Manchester City è dal 2008 proprietà dello sceicco arabo Mansur bin Zayd Al Nahyan.