Adriano Panatta compie 70 anni: riviviamo alcuni sprazzi di “panattismo” in un’intervista e in un video tratto dal film di Zerocalcare
“Posso dire di essere stato una persona onesta. Ho avuto tanti amici e anche alcuni nemici. Ma sai che c’è? Dei nemici non mi ricordo neanche più”. Un Adriano Panatta ispiratissimo ha “festeggiato” i suoi primi 70 anni in un’intervista trasmessa oggi da SportMediaset nel corso del suo abituale tg sportivo. Un’intervista che celebra il Panatta tennista ma anche l’uomo e “l’artista”. Uno che è per molti il miglior tennista italiano di tutti i tempi e sicuramente il più iconico, quello che ha lasciato più ricordi anche a prescindere dai trofei vinti e dalle partite disputate. “Alla fine probabilmente avrei potuto vincere molto di più, ma tutto sommato non me ne frega nulla”, spiega nell’intervista Adriano.
Una carriera votata all’estetica, al senso dello spettacolo, a ciò che va oltre il semplice colpo di una racchetta ad una pallina. Perché lo sport, come sempre accade, diventa arte solo se dietro c’è qualcosa di più. Come l’indimenticabile divisa rossa sbattuta in faccia a Pinochet, in Cile, nel 1976. O come l’eterno dualismo con Bjorn Borg, poi diventato suo grande amico. Una star, anzi una rockstar. Che a un certo punto si è messo pure a fare l’attore, con un risultato che ancora oggi gira (con pieno merito) su parecchie bacheche social. Una sola scena, ma una scena-manifesto.
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Una scena tratta da ‘La Profezia dell’Armadillo‘, il film di Zerocalcare, che riassume tutto il Panatta-pensiero in poco meno di due minuti. Il ragazzo un po’ sprovveduto che fa ricerche di mercato e gli chiede “le generalità”. Nome, cognome, professione. Adriano Panatta non fa una piega e gli risponde, serafico. “Il tuo problema lo sai qual è? Che non ti diverti”. Un monologo favoloso in cui il tennista si fonde con l’uomo e racconta in poche battute per cosa ha vissuto per tutta la sua vita. “Pensate solo al risultato, avete perso il senso del gioco. Perché tirare il servizio a 220 all’ora? Fate uno slice a uscire e andate a fare una bella volèe”. Una scena surreale, che però ha il suo apice in un concetto bellissimo.
E lì c’è tutto Panatta: “Vuoi mettere un bel colpo piatto, bello armonioso? Sai qual è il rumore di un colpo piatto? Poff, poff, poff. Fate dei colpi brutti, senza un senso, senza un minimo di armonia. Armonia, il rumore, la musica. Poff, poff, poff”. Semplicemente il tennis. O meglio, il tennis di Adriano Panatta. Buon compleanno!
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