Rimane altissima la tensione in Serbia. A Belgrado, una manifestazione contro le misure restrittive anti Covid-19 si trasforma in una violenta protesta.
Prima l’avvio di una pacifica manifestazione, poi degrado e violenza. Succede in Serbia, esattamente a Belgrado. Nella capitale serba, durante il corso della notte, si sono succeduti violenti scontri tra i manifestanti e la polizia, che, ad un certo punto, ha usato la forza bruta per contenere lo scoppio di una vera e propria guerriglia urbana. La motivazione all’origine di tale guerriglia risiede nel fatto che i dimostranti non hanno gradito la conferenza stampa nella quale il presidente Aleksandar Vucic ha annunciato altre e nuove misure restrittive per contenere la diffusione del coronavirus. Nella capitale, così, la tensione rimane altissima.
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L’effetto devastante del coronavirus continua ad affermarsi in diverse parti del globo, e non è più una novità. Anche il presidente del Brasile, Jair Bolsonaro, che tanto minimizzava la “forza” del Covid-19, paragonandolo ad una semplice influenza mentre nelle altre parti del mondo si diffondeva a macchia d’olio, è stato colpito dallo stesso virus. A Belgrado, per contenere una seconda e devastante ondata di contagi e di decessi, è stato deciso il coprifuoco per tutto il fine settimana. Al coprifuoco si aggiunge il divieto di raduno con più di cinque persone al chiuso e all’aperto. Dopo l’annuncio di tali restrizioni si è scatenato il panico, trasformatosi, dopo pochi minuti, in violenza inaudita contro il governo e il presidente stesso. Alla base di tanta rabbia, a detta dei manifestanti, ci sarebbe la mal gestione dell’emergenza sanitaria e il voler proseguire, da parte del governo stesso, con una politica autoritaria e un controllo anti-democratico sull’informazione stessa. La tensione resta altissima. Le istituzioni, invece, rimangono in allerta per possibili nuovi scontri.
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